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 2011  maggio 21 Sabato calendario

RAINALDI Oliviero

RAINALDI Oliviero Caramanico Terme (Pescara) 25 agosto 1956. Artista • «C’è una componente liquida nell’opera di Oliviero Rainaldi – un prendere forma dei corpo “per via” di dilavare più che “di levare” – che il contatto con la natura esalta. [...] L’elemento vitale dell’acqua, ma anche la potenza letale della sua forza, è presente nei miti evocati dall’artista abruzzese [...] sin dai titoli delle sculture: dalla nascita di Venere alle gesta di Mosé, dallo specchio di Narciso alla morte di Marat. [...]» (Lea Mattarella, “la Repubblica” 30/4/2011) • Molto contestata (anche dall’Osservatore Romano) la sua statua di papa Giovanni Paolo II inaugurata il 18 maggio 2011 davanti alla Stazione Termini dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e dal cardinale vicario Agostino Vallini: «[...] L’opera - un gigante bronzeo di 4 metri regalato dallo scultore [...] e dalla Fondazione Silvana Paolini Angelucci onlus - è stata collocata lungo viale Luigi Einaudi [...] effettivamente - è poco somigliante con Wojtyla perché concepita, spiega lo scultore Rainaldi, secondo i più “avanzati” criteri stilistici ed estetici dell’arte contemporanea. Scelte artistiche non condivise dal giornale del Papa perché, si legge in un commento, la statua ‘‘pecca di una scarsa riconoscibilità”. “La suggestione dell’opera - ragiona il giornale vaticano - consiste nell’abbraccio ideale che il Pontefice era solito dare ai fedeli della sua diocesi e offrire ai molti pellegrini e visitatori” ma “il suo volto, situato in cima alla struttura, ha però solo una lontana somiglianza con quello del Papa. E complessivamente il risultato non sembra all’altezza dell’intento, tanto che in proposito già si sono levate voci critiche”. “Dispiace non essere stato capito”, confida [...] scultore Rainaldi, il quale precisa di non “aver voluto realizzare una statua di sapore ottocentesco, ma una scultura di arte contemporanea” fatta tenendo presente “il messaggio di accoglienza universale e di amore totale per ogni singolo uomo legato al beato Wojtyla”. “Non ho pensato alla somiglianza, ma - spiega l’artista - a un’opera in grado di sintetizzare nella postura della testa e del corpo, e nel drappeggio del mantello, l’andare verso il mondo del Papa, con la forza di un animo trasfigurato dalla fatica, dalla fede e persino dal vento, come un corpo pneumatico, secondo quanto ci ha insegnato anche San Paolo con la teologia del viaggiare verso le genti”. L’idea originaria di Rainaldi ha avuto la “benedizione” vaticana dell’autorevole ministro della Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi, e del segretario della Pontificia commissione per i beni culturali Francesco Buranelli. Ma solo perché, spiegava [...] l’Osservatore, “quando il bozzetto è stato visto presentava una simbologia molto più evidente”. Comunque Alemanno all’inaugurazione ha parlato di “una scultura di alto prestigio che ben esprime l’idea del papa viaggiatore”. Ma non tutti la pensano così: secondo l’architetto Massimiliano Fuksas “non trasmette emozioni”. Polemiche anche in Campidoglio: Federico Mollicone presidente della Commissione Roma Capitale, parla di “oltraggio alla figura di papa Wojtila”; mentre per Antonio Stampete (Pd) si tratta di “un’opera imbarazzante”» (Orazio La Rocca, “la Repubblica” 20/5/2011) • Achille Bonito Oliva: «Certo con quel mantello al vento, ci sarebbe voluto uno scultore come Medardo Rosso, ma col tempo ci abitueremo [...] Sul piano linguistico, la felice intuizione del mantello ventoso è contraddetta dalla postura della testa ripiegata del papa, che ricorda la staticità della scultura degli anni ’30. Insomma, avrei dato più slancio alla testa. E lo svuotamento del corpo contraddice la ventosità a cui l’artista allude [...] Avrei preferito che la geometria della scultura seguisse una linea curva, più corrispondente alla natura di un papa guerriero e materno insieme come Giovanni Paolo II, che contribuì alla caduta del comunismo, ma contestò anche certo capitalismo [...] La Chiesa ama un’arte oleografica. Comunque, dare il nome del papa a una piazza laica è un atto evocativo, installarci una statua, come ora, è impositivo» (“la Repubblica” 20/5/2011).