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 2014  agosto 12 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Federica Mogherini
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Moody’s dà un giudizio problematico sul futuro dell’Italia, definito “grigio”. L’Ocse invece ci dà qualche speranza.

È parecchio tempo che non ci occupiamo di questi signori, Moody’s e Ocse. Rinfrescherei la memoria.
Non sono signori, ma - diciamo così - “enti giuridici”. Moody’s è una società privata americana, controllata dal plurimiliardario Warren Buffett, una società che campa - e bene - dando voti ai debiti delle grandi aziende e degli Stati. Il voto - dalla tripla A in giù - segnala le probabilità che il debitore non restituisca i soldi. Il problema è che Moody’s piglia soldi dagli stessi che dovrebbe giudicare. Se una banca - per dire - vuol farsi prestare soldi emettendo dei bond, chiede prima a Moody’s che dia una valutazione a questo suo nuovo debito. Moody’s esegue e incassa una parcella. Non sarà difficile immaginare che tenterà di fare al cliente il minor numero di dispetti possibili. E in ogni caso Moody’s - come le altre due agenzie, Standard and Poor’s e Fitch - dava tre A a Lehman Brothers poche ore prima che fallisse.  

E l’Ocse?
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Una specie di Onu dell’economia riservata ai paesi capitalisti, cioè a quelli che vengono definiti “democratici e aperti alle economie di mercato”. Aderiscono in 34. A parte gli scopi elencati nello statuto, l’Ocse produce soprattutto dati, statistiche e previsioni. Si spera che sia un po’ meno parziale delle agenzie di rating.  

Che cosa dicono i due?
Secondo l’Ocse (che si spiega con un superindice numerico) la situazione dell’Italia è in via di miglioramento e si sta anzi delineando una fase positiva. Secondo Moody’s, invece, il nostro Pil nel 2014 risulterà in calo dello 0,1%. Saremo cioè ancora in recessione e questo peserà sulla politica fiscale e sul clima politico. «La lentezza delle riforme e le lacune nella performance di bilancio probabilmente aumenteranno le tensioni con i partner europei, soprattutto con la Germania. Con le sue affermazioni il commissario alla Spending review, Carlo Cottarelli, ha rivelato le difficoltà dell’Italia nel rendere permanenti le riduzioni di spese di fronte alla pressione politica.». In base a indicatori molto complicati e i cui meccanismi le risparmio, l’Italia avrebbe una reazione alle riforme tre volte più lenta della Grecia. Anche la Spagna e il Portogallo, da questo punto di vista, sono ottimi e secondo Moody’s tre volte meglio di noi. Combinazione: si tratta di tre paesi che hanno accettato i soldi in prestito dalla Troika e si sono consegnati all’amministrazione di Fmi, Ue e Bce. Hanno i banchieri in casa dalla mattina alla sera che gli spiegano quello che possono o che non possono fare.  

Sta dicendo che Moody’s vorrebbe farci accettare un prestito e con questo commissariarci?
Noto che il mondo ha ricominciato a mugugnare intorno all’Italia e ho letto di ipotesi secondo cui alla fine dell’anno, stretti dalla crisi, saremo costretti a chiedere un prestito (si parla di una cifra ridicola, 30 miliardi), cedere sovranità e accettare le visite dei banchieri. A queste ipotesi Renzi ha risposto con un’intervista al Financial Times piuttosto chiara: «Sono d’accordo con Draghi quando dice che l’Italia deve fare le riforme, ma come le faremo è una cosa che deciderò io: non la troika, non la BCE, non la Commissione europea. Le deciderò io perché l’Italia non ha bisogno che qualcun’altro le spieghi cosa deve fare. [...] Tireremo questo paese fuori dalla crisi: l’Italia ha un grande futuro, le nostre finanze sono sotto controllo, continueremo ad abbassare le tasse e faremo cose rivoluzionarie. Nemmeno i dittatori facevano le cose velocemente come le stiamo facendo noi. Non ho alcuna intenzione di sforare il tetto del 3 per cento. Speriamo di avere migliori dati sulla crescita nella seconda metà dell’anno, così da portare il deficit al 2,9 per cento del PIL. Non sforeremo il 3 per cento: è una vecchia regola, e altri lo sforeranno, ma per l’Italia è una questione di credibilità e reputazione». La Bce, ha aggiunto, pensasse piuttosto alla deflazione. Ricorderà che Draghi, qualche giorno prima, aveva implicitamente rimproverato il nostro governo per la lentezza con cui procede sulla strada delle riforme economiche.  

È solo questo? C’è qualche altra ragione che giustifica il muso del mondo verso di noi?
Un’interpretazione piuttosto seducente che ho sentito ieri è che gli americani sono nervosi con noi per la grande apertura di credito che stiamo facendo ai cinesi. I cinesi hanno comprato piccole quote (mediamente il 2%) di Generali, Eni, Enel, Fiat-Chrysler, Telecom, Prysmian. Soprattutto: il 31 luglio la State Grid International Development Ltd di Pechino ha comprato per due miliardi il 35% della Cdp Reti spa, la società della Cassa Depositi e Prestiti che possiede il 30% delle reti italiane del gas (Snam) e dell’elettricità (Terna). Un ingresso strategico, con tanto di firma a Palazzo Chigi e benedizione di Matteo Renzi. Li Keqiang, il loro primo ministro, sarà da noi a ottobre e Renzi dice che viene per firmare altri accordi. Del resto Eni, in questo momento, sta operando benissimo in Cina. Gli americani sono nervosi. (leggi)

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