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 2014  agosto 12 Martedì calendario

PENSARE

«Come faccio? Io non penso, nuoto rilassata e mi diverto» (Katie Ledecky, che con il tempo di 3’58”86 ha battuto il record di Federica Pellegrini nei 400 stile libero).

SPETTACOLO «La partita deve essere spettacolo, evento, intrattenimento, non solo basket. Chi viene al palazzo deve vivere una giornata piena, servono idee di marketing che creino ritorno per gli sponsor e chi investe per tenere in alto il progetto» (il presidente della Dinamo Sassari Stefano Sardana).

AFFETTO «Mai visto tanto affetto in precampionato. Il gruppo cresce e ha volontà. Pensa e prova a fare le cose giuste ma quando le gambe non vanno, c’è poco da fare. Quel che conta è lo spirito. Sono soddisfatto» (Zdenek Zeman).

ARRABBIATO «La nazionale non mi rende più felice, ogni volta che ci vado torno solo più arrabbiato, oltre al fatto che ho dovuto affrontare accuse contro di me e contro la mia famiglia che ne soffre. Quindi penso che sia meglio fermarsi e pensare solo al mio club» (il francese Samir Nasri).

BELLO «Questo è il lavoro più bello del mondo, non capisco perché dovrei essere triste e non godermi il paddock, sorridere, avere amici…» (l’australiano Jack Miller, leader della Moto3).

ENTUSIASMO «Ogni volta che arrivo in un circuito penso sia giunto il momento di accontentarsi di un piazzamento, che non sia possibile vincere ancora. Poi, però, l’entusiasmo del team è sempre lo stesso, io mi diverto e cerco sempre il successo. Lo farò anche sulle prossime piste, ma è tutt’altro che semplice» (Marc Marquez, che con la decima vittoria consecutiva ha eguagliato il record di Giacomo Agostini).

VIRTU’ «Bisogna fare di necessità virtù: quando sei giovane, puoi anche partire male, che recuperi lo stesso, come fa Marquez, ma alla mia età non puoi permetterti di perdere tempo all’inizio» (Valentino Rossi).

GATTO «In questa settimana mi allenavo allo Stelvio e domenica era l’ultimo allenamento lungo prima della Vuelta Burgos. Ero in discesa sopra Malles, andavo a 70 all’ora. Ho visto uscire un gatto dall’erba. Ci siamo guardati negli occhi. Ho provato a saltarlo, lui mi ha urtato la ruota davanti, la bici è volata, è scappato via. Ho strisciato almeno venti metri e sono finito verso il guard-rail» (Domenico Pozzovivo che si è rotto così tibia e perone).