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 2014  agosto 12 Martedì calendario

LACRIME E UNA PROMESSA: «PRESIDENTE DI TUTTI»

Non vuole parlare Carlo Tavecchio. È inseguito da taccuini, microfoni e telecamere, ma si è imposto di restare in silenzio fino a lunedì quando alle 12 ha convocato il primo Consiglio federale della sua gestione e solo dopo si concederà alle domande dei cronisti. Lo raggiungiamo mentre sale in macchina. Torna a Roma: oggi ha una lunga giornata da passare tra Lega Dilettanti per il passaggio di consegne al suo vice vicario Mambelli, e il nuovo ufficio in via Allegri dove deve incontrare il direttore generale Antonello Valentini: vuole subito «aggredire» i problemi, come tanto piace si faccia al presidente del Coni Giovanni Malagò: «Da oggi inizia una settimana di lavoro intenso per cominciare ad attuare il programma e per dare un nuovo commissario tecnico alla Nazionale». Poi si lascia andare alla naturale soddisfazione per il risultato ottenuto: «La mia più grande soddisfazione è l’aver saputo dimostrare, insieme all’Assemblea tutta, di saper discutere con grande maturità, anche su posizioni differenti, di idee e programmi dai quali si dovrà ripartire immediatamente per il bene del calcio italiano. È stata una giornata dai forti contenuti personali e sportivi».

La proclamazione Quando il presidente dell’Assemblea Pasquale De Lise ha annunciato la sua elezione, Tavecchio ha letto un breve comunicato. Era commosso, emozionato ma ha voluto subito chiarire: «Desidero ringraziare coloro che mi hanno confermato la fiducia e fatto sentire il loro appoggio anche in momenti difficili. Ma vorrei anche ringraziare coloro che legittimamente hanno espresso valutazioni diverse. Sarò il presidente di tutti». Necessari comunque anche saluti e ringraziamenti: «Ringrazio l’assemblea. Oggi (ieri per chi legge, ndr), alla presenza delle più alte autorità Uefa c’è stata una dimostrazione di grande serietà e comportamento di democrazia».

Appello Tante polemiche hanno accompagnato le frasi di Tavecchio all’assemblea dei Dilettanti e il neopresidente della Federcalcio chiede: «Vorrei fare un appello alla vostra cortesia, concedetemi il beneficio dell’inventario, da ragioniere. Faremo le cose insieme, e giudicheremo solo poi quello che avremo fatto. Con le parole non sono mai stato a mio agio. Le riforme possono farsi solo insieme, nel mio programma non esistono uomini della provvidenza o ricette magiche. Esiste invece la cultura del lavoro. Senza perdere altro tempo invito tutte le componenti ad abbandonare divisioni e mettersi all’opera».

La prima volta Tavecchio non ha concesso a caldo una conferenza stampa: «Vi prometto che entro il 18 di agosto presenterò il programma delle cose fatte. Non ho avuto ancora approcci con nessun commissario tecnico né ho parlato di governance». Infine, il ringraziamento commosso a Giancarlo Abete: «Oggi, a 71 anni, ho imparato una lezione. Un grande uomo ci lascia, ed è una grande perdita per tutti noi. Grazie di tutto». Poi l’emozione lo frena, ma corre verso Abete: un abbraccio caloroso e qualche lacrima negli occhi di entrambi. E proprio in Giancarlo Abete, Tavecchio potrà trovare l’uomo che può consigliarlo e affiancarlo nei suoi rapporti con le istituzioni sportive. In due saranno presenti al Coni: Abete mantiene il suo posto in Giunta (insieme a quello di vicepresidente dell’Uefa), Tavecchio prenderà quello in Consiglio Nazionale.