Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Le vittime italiane da influenza suina sono a questo punto tre: il paziente di Napoli, deceduto il 4 settembre e di cui non è stato diffuso il nome; Giovanna Russo, spirata l’altro giorno all’ospedale di Messina; una donna di 57 anni che ha cessato di vivere ieri a Cesena (nella foto Ansa, l’ospedale romagnolo) ed è rimasta anche lei anonima.
• C’è allarme?
Non mi pare. Direi anzi che gli italiani stanno accogliendo le notizie relative alla pandemia persino con una punta di scetticismo. La paziente morta ieri al Bufalini di Cesena era ricoverata dal 31 agosto, risiedeva in una comunità per disabili nella quale si sono verificati altri dieci casi tutti risolti senza problemi, soffriva di molte altre patologie e se n’è andata dopo una grave sindrome respiratoria che ha determinato complicanze irreversibili. Diverso è il caso di Giovanna Russo, 46 anni, di professione avvocato, divorziata e madre di tre figli: era sanissima e il virus AH1N1 l’ha uccisa sabato, mentre era ricoverata nel reparto rianimazione dell’ospedale Papardo di Messina. L’avevano portata in ospedale l’8 settembre per una grave infiammazione polmonare. Ma stava male da molti giorni e il virus è stato rilevato solo allora (peraltro al secondo tampone era scomparso). La morte dell’avvocatessa Russo ha reso tutti inquieti: non era stata all’estero e non era nell’età che si considera a rischio per questa patologia, cioè quella tra i 25 e i 40. Ieri la Procura di Messina ha emesso venti avvisi di garanzia in relazione a questo caso, ma gli stessi magistrati hanno poi spiegato che si trattava di un atto dovuto, necessario per procedere all’autopsia.
• Come facciamo a essere sicuri che non sia stata curata male?
Il direttore generale dell’ospedale, Armando Caruso, ha spiegato ai cronisti che al Papardo sono state curate finora 21 persone, di cui 11 ricoverate e 10 solo visitate: stanno tutte benissimo. C’è poi la testimonianza della sorella, Giusy Russo, che fa il medico a Napoli e che ha assistito Giovanna negli ultimi dieci giorni. Ha detto che la paziente è stata curata benissimo da tutto il personale medico e ha aggiunto: «Mia sorella non fumava, non aveva broncopolmoniti pregresse, nessuna patologia sistemica che potesse giustificare una non risposta ai farmaci somministrati. Le autorità fanno male a minimizzare questa influenza. C’è invece da preoccuparsi».
• Ha ragione?
Il sottosegretario Ferruccio Fazio sostiene che l’influenza circola in una forma molto leggera e che i casi di polmonite, quando tutto sarà finito, non saranno più di duecento. Il virus da noi viaggerebbe con un ritardo di un mese. Fazio ha anche aggiunto che lui non si vaccinerà, dato che, avendo 65 anni, è stato certamente reso immune a quel tipo di virus dalle influenze contratte in passato. Come lui, anche gli altri anziani che hanno 65 o più anni: non hanno alcun bisogno di vaccinarsi. In Italia finora i casi stimati sono stati 8.133, di cui 2.384 segnalati. Il nostro ministero si propone di immunizzare il 40% della popolazione, cominciando dalle categorie a rischio. Fanno a pugni con la tranquillità dei nostri governanti, certe previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di cui ha dato notizia l’ Observer.
• Previsioni segrete?
Sì, si tratta di un rapporto segreto su cui il giornale dice di aver messo le mani. Vi sarebbe scritto che la pandemia farà milioni di morti specialmente nel Terzo Mondo se i paesi ricchi non raccoglieranno almeno un miliardo di euro per comprare i vaccini e gli antivirali a quei popoli che non possono permetterseli. Il rapporto consterebbe di 47 pagine e includerebbe, tra i Paesi a rischio, Cuba, Bolivia, Corea del Nord, Bangladesh, Congo ed Eritrea. Solo nove nazioni per ora si sarebbero dichiarate disponibili a donare il 10% delle loro scorte a questi disgraziati. Tra i nove c’è anche l’Italia.
• Mi colpisce la notizia di Fazio che non si vaccinerà. Non è che questo vaccino alla fine è solo un trucco per far guadagnare le case farmaceutiche?
Molti lo pensano, ma come si fa ad affermarlo? Il presidente Obama ha annunciato che vaccinerà le sue figlie e, quando verrà il suo turno, si metterà in fila con Michelle come un cittadino qualunque per farsi fare l’iniezione. Farmindustria, che forse sente le perplessità crescenti della popolazione, ha fatto sapere che ogni euro investito in vaccini ne fa risparmiare 24 in terapie. Gli americani da soli hanno messo sul tavolo 1,8 miliardi di dollari, l’investimento globale degli Stati (cioè il fatturato prossimo venturo delle case) si aggirerà sui dieci miliardi. In prospettiva, la pandemia farà superare i 30 miliardi di dollari di fatturato entro il 2012, contro i 21 stimati nel 2008. Lei capisce che con queste cifre in ballo la diffidenza è comprensibile. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/9/2009]
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