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 2009  settembre 23 Mercoledì calendario

I COLORI DEI CANTANTI, A SORPRESA (QUASI) BRAVI PITTORI


E i quadri sono sempre in sintonia con lo stile musicale

MILANO – «Frequento le strade della musica da molti an­ni e mi sono accorto che molti musicisti amano le tele come il pentagramma». Massimo Cot­to, giornalista e operatore musi­cale (è fra gli autori del prossi­mo Festival di Sanremo) ha ide­ato «In my secret life» (titolo preso a prestito da Leonard Cohen), una mostra itinerante a scopo benefico che si inaugu­ra domani a Forte di Bard in Val d’Aosta: vi saranno esposte 87 opere di 67 musicisti, cantanti e cantautori. Tele eterogenee e di livello assai diverso, accomu­nate però da un’origine musica­le.

«Nel ”92 – racconta Cotto – una casa editrice mi affidò il compito di tradurre le canzoni di Leonard Cohen. Chiesi di po­terlo incontrare e passai una settimana con lui a Los Ange­les. Così scoprii che lui dipinge­va a pennello sul computer e poi stampava il lavoro su carta di riso. E’ cominciata così la mia collezione privata». Cohen è presente nella mostra con un autoritratto e quattro nudi di donna. «Elvis Costello mi rega­lò cinque opere. Poi, a un’asta, ho comperato due lavori di Mi­les Davis, due figure di donna. Quando ho pensato a una mo­stra la mia collezione non basta­va: così ho lanciato un appel­lo » .

Impressionante la coerenza di certi quadri: Arisa è ingenua sulla tela proprio come uno se l’aspetterebbe. «Renga invece – spiega Cotto – dipinge solo Ambra o nudi di donna». Curio­sa Teresa De Sio («Il ragazzo con l’anguria») e insolita la tec­nica di Paola Turci che soffia il colore sulla tela con una can­nuccia, mentre la mano forte di Danilo Amerio è una vera sor­presa. Ferro si spaccia per de­buttante ma ha un tratto molto riconoscibile, Cheope, il figlio maggiore di Mogol è un profes­sionista già presente nelle galle­rie.

Decisamente professionale appare anche Luca Carboni.

«Dipingo da molto prima che nascessero i Pooh – con­fessa Red Canzian – presente con un dipinto molto particola­re. Da ragazzino mi cimentavo in ritratti di Hendrix e Jagger un po’ psichedelici. Poi ho se­guito il genere naive degli iugo­slavi come Ivan Rabuzin e Josip Generalic. Il quadro che ho da­to alla mostra è una palude che si forma dove il fiume Sile stra­ripa. Con mio padre ci andava­mo in barca a caccia: uno dei miei ricordi d’infanzia più bel­li » .

Andrea Mingardi nasce co­me un figurativo e da sempre dipinge facce. «Ho cominciato a vent’anni in modo casuale e da autodidatta. Oggi ho uno sti­le fumettistico, per niente clas­sico. Credo che da una faccia si ricavi una storia. Si capisce da dove uno viene e quale sarà il suo destino. Le facce per me so­no come carte geografiche. Di­pingendo canto la realtà in un modo diverso.».

Cecilia Cipressi, in arte Syria, ha dovuto creare un opera «ad hoc»: «Ho un laboratorio di in­stallazioni dove lavoro in tridi­mensionale incollando pupazzi a scatole di cartone cercando di rappresentare situazioni fiabe­sche. Ma qui serviva qualcosa di facile da trasportare e così mi sono ispirata al camp-rock giovanile ospitando tutti i gran­di della musica italiana, da De André a Gaber. Amo l’ironia e questo collage rende i protago­nisti in qualche modo più vici­ni alla gente».

«Come cantante forse sono discutibile, ma come pittore no. Sono diplomato a Brera e in­segno disegno» rivendica con orgoglio Ivan Cattaneo.

Insomma il lato meno noto di molti artisti, qualcuno davve­ro lontano da esperienze grafi­che come Vecchioni che ha ri­piegato su qualcosa di molto semplice ovvero un disegno in bianco e nero intitolato «Om­bre a San Siro». La Pausini con «Rock revolution» in un violen­to gioco di rossi e neri si rivela in tutta la sua passionalità. Do­mani alcuni artisti canteranno dal vivo: fra questi Fortis, Chia­ra Canzian, Danilo Sacco, Fer­rantini dei Velvet, Andrea Mirò, Francesco Renga, Ivan Catta­neo, Teresa De Sio, Marco Fabi.