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 2009  settembre 23 Mercoledì calendario

ADESSO CANTO MA SOLO A LETTO"


Si chiama Eva e, come la prima donna della storia, è insieme candida e conturbante. Possiede l’algida bellezza delle top model, ma anche l’indole passionale di una mezza siciliana (è nata a Palermo da madre tedesca). Posa per Playboy, ma non perde un briciolo di bon ton. cresciuta in una famiglia felice e numerosa e invece sembra una principessa delle favole, prigioniera solitaria di una torre inespugnabile. Sexy e pensante, erre francese, tono pragmatico, Eva Riccobono ha deciso di misurarsi con il mito Je t’aime moi non plus, la canzone proibita che Serge Gainsbourg e Jane Birkin lanciarono esattamente 40 anni fa. Il titolo dice tutto, Labbra.
Allora, signorina Riccobono, come è nata Labbra?
«In modo assolutamente spontaneo. Ero in vacanza in Maremma con il mio fidanzato Matteo Ceccarini. Lui compone musica, stava lavorando, ci siamo messi a canticchiare, è venuta fuori una melodia e poi il testo che non è altro se non la trascrizione di un dialogo intimo tra due persone che si amano... Per questo l’abbiamo registrato stando a letto. Quando si sta insieme si gioca, si bisbiglia, si scherza sui doppi sensi e noi donne, lo sappiamo bene, cambiamo anche tono di voce, diventiamo più dolci».
Conosceva Je t’aime moi non plus?
«Quando è uscita io non esistevo, l’ho ascoltata da grande e non sono riuscita a capire perché mai abbia provocato tanto scalpore. Certo, quella era una generazione diversa e quegli anni erano molto più belli, più ricchi di fermenti. Noi invece siamo tutti un po’ appiattiti».
Sa che la Chiesa aveva bandito il brano?
«Eccome, tutta quella crociata è servita a dare alla canzone e agli interpreti un’enorme pubblicità. Magari se la prendessero così anche con noi...».
Modella, poi attrice in Grande grosso e Verdone, adesso cantante: quante cose vuol essere?
«Da noi si tende sempre a etichettare, incasellare, a me invece piace fare quello che sento a seconda dei diversi momenti della vita. Sono grata al mondo della moda per quello che mi ha dato, ma non vorrei ritrovarmi sulle passerelle a 30 o 40 anni. Oggi essere artisti vuol dire sapersi re-inventare».
Dopo Verdone, a che cosa punta?
«Beh, vorrei salire e non scendere. So che è un’utopia, ma mi piacerebbe lavorare con Tornatore, Bertolucci, Sorrentino e poi con Tarantino. Amo lo splatter, con lui, finalmente, potrei giocare con la mia immagine di bambina dolce, mostrarmi come sono, un vero maschiaccio. Purtroppo in Italia continuano a propormi ruoli di bellona e basta. Io invece so che posso dare di più».
Come si fa a fare il suo mestiere restando completamente indenni dall’ambiente di escort e vallettopoli?
«Per me è stato semplicissimo, tutto quel mondo non mi attrae, punto e basta. Se ci finisci dentro, vuol dire che quelle cose te le sei andate a cercare. Sicuramente è anche molto importante l’educazione con cui si è cresciuti».
Insomma, tutta colpa delle ragazze?
«No. Anche, molto, colpa di un certo giornalismo, dell’ignoranza nel senso di ignorare-non sapere, e della tv che trasmette la convinzione secondo cui per essere basta apparire. L’idea è che se mostri una donna nuda fai ascolto, così succede che una si fa l’ottava di seno e diventa famosa».
Che cos’è la vera sensualità?
«Un fatto di gesti, di sguardi, di portamento. Conosco donne che sanno ammaliare anche solo con un’occhiata, è una questione di eleganza erotica. Se ce l’hai, arriva, in modo spontaneo, senza forzature».
Che cosa deve avere un uomo per essere sensuale?
«Non è questione di tratti somatici. Il massimo del fascino, per me, sta nel silenzio. Mi sono sempre piaciuti i belli e tenebrosi, quelli che parlano poco. E poi quelli che non si sentono sicuri di sé».
Cioè il contrario del macho?
«Proprio così, il macho mi fa tristezza. Adoro gli uomini che sanno piangere. Del mio primo fidanzatino, a 16 anni, mi sono innamorata vedendolo piangere perché gli mancava il suo migliore amico».
Politici italiani: qual è il più fascinoso?
«Oddio, è una roba raccapricciante, non me ne viene in mente neanche uno. Se decideranno di lasciare un po’ di spazio ai giovani, allora, forse, le cose potranno migliorare. Ma per adesso no, non credo che potrei mai finire con un politico».
Ultime letture?
«Un libro vecchio, Un indovino mi disse di Tiziano Terzani, l’ho trovato di una bellezza sconvolgente. Poi L’amante di Lady Chatterley, adesso sono alle prese con un libro sulla psicologia, un argomento che mi interessa molto».
La tenuta ideale?
«Camicia da uomo, pantaloni, scarpe basse. Quando mi vesto da Eva sono molto noiosa. E il mio fidanzato si arrabbia perché gli rubo le camicie dall’armadio».