
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Quale destino attenda Roma, la città mediaticamente più bombardata del mondo, è un mistero. I sondaggi, come del resto in Sicilia, dicono che il Pd, in una nuova elezione, rischia fortemente di perdere. Questo trattiene Renzi, che di Marino (come di Crocetta) farebbe volentieri a meno. D’altra parte sui giornali leggiamo sempre l’espressione: «non è che di tutti i mali di Roma si può incolpare Marino». Ed è vero pure questo. E però c’è pure la sensazione diffusa che il sindaco in carica non abbia il polso e il pelo sullo stomaco (ci vuole anche quello) per rovesciare la città e farla rinascere. La quale città è a sua volta come non mai indifferente, menefreghista, rassegnata, non-collaborativa, ognuno vuole mantenere i propri privilegi, grandi o piccoli che siano, parlare di bagno morale fa ridere, proprio questo fa sì che il futuro risulti incomprensibile, perché alla fine la città è anche quella che vogliono i suoi cittadini, e se i suoi cittadini se ne sbattono...
• E non stiamo parlando di Mafia capitale. E neanche delle bande che manifestano contro l’arrivo degli immigrati.
No, stiamo parlando della vita di tutti i giorni, che il sistema cittadino determina in due modi: attraverso la nettezza urbana e attraverso il traffico, cioè i mezzi pubblici. Ieri, il sindaco ha convocato una conferenza stampa per dire che cosa vuol fare dell’azienda pubblica di trasporti, cioè l’Atac. Nel 2012 l’Atac ha perso 156,7 milioni, nel 2013 219,1 milioni, il rosso del 2014 ancora non si conosce ma sarà certamente degno delle perdite precedenti. L’idea di Marino sarebbe di ricapitalizzare l’azienda con 200 milioni e poi di cercare un partner privato che metta soldi accontentandosi di una quota di minoranza. I sindacati sono già sul piede di guerra, perché non vogliono il partner privato, e pure Sel annuncia battaglia in Parlamento perché il privato è cattivo per definizione mentre il pubblico non può che essere buono. Senonché la città è ridotta nello stato in cui è ridotta e l’Atac è a pezzi proprio grazie alla gestione pubblica. Ricorda che all’Atac avevano messo su una fiorente attività di falsificazione dei biglietti che avrebbe prodotto una settantina di milioni di euro neri finiti nelle tasche dei manager e in quelle delle lobbies partitiche? Cosa potrà mai fare di peggio un privato? Ma la vera domanda è questa: quale cittadino si presenterà al sindaco pronto a mettere mano al portafoglio in un caos come quello che stiamo vedendo?
• Ci ha fatto un pezzo, con tanto di foto delle porcherie sparpagliate per strada, anche il "New York Times" denunciando autobus in ritardo, erba non tagliata, traffico in tilt.
La lista delle cose che il New York Times non ha scritto e che avrebbe potuto scrivere è lunga. L’ultima è la storia del bitume farlocco con cui sono state chiuse le celebri buche della città: invece di usare una miscela pesante dal 4,5 al 6,1 per cento, come da regola, si è ricorsi a una miscela del 3,97, cosa che ha fatto scrivere alle associazioni dei consumatori «si evidenzia quindi una scarsità di bitume, motivo della cattiva tenuta delle strade romane» e ha persuaso la procura ad aprire un altro fascicolo contro ignoti. Marino vorrebbe cambiare tutto, ha detto che se la città non torna pulita al più presto caccerà consiglieri e dirigenti felloni, idem all’Atac dove si annuncia il siluramento di tutto il cda...
• Basterà questo?
Il sindaco chiede tempo, chiede pazienza, chiede collaborazione, «abbiamo trovato una situazione allucinante», ed è vero, però è anche vero che sta lì da due anni e non si ha la sensazione del pugno di ferro, quello che ci vuole per cambiare tutto...
• Perché dura da 25 giorni uno sciopero bianco nei trasporti?
L’orario di lavoro nelle aziende di trasporto romane è il più corto d’Italia. Dal 1° agosto nella metropolitana, dal !° ottobre sugli autobus sarà prolungato. I sindacati più importanti hanno firmato, i sindacati più piccoli e una parte del personale non sindacalizzato boicottano. Altro malcontento deriva dal fatto che un sacco di gente raccomandata, che poltrisce in ufficio o a casa sua, sta per essere stanata e mandata in giro a far controlli: il 40% dei viaggiatori usa i mezzi pubblici senza pagare. Poi c’è la storia delle officine di riparazione: finora si tenevano aperte solo la mattina, quando in realtà il maggior numero possibile di mezzi deve andare in giro e solo adesso s’è pensato che sarebbe bene, invece, farle lavorare 24 ore su 24. Gli autisti hanno poi l’abitudine di spegnere il Gps per non farsi controllare... Una forte corrente d’opinione vorrebbe che i libri dell’Atac, e di altre municipalizzate, fossero portati in tribunale. Ieri Marino s’è vantato, non so quanto a ragione, di aver evitato il fallimento. Il Comune ha trentaduemila dipendenti nelle partecipate e 25 mila che prendono lo stipendio direttamente dal Campidoglio... In tutto questo, la giunta s’è occupata dei numeri romani.
• Cioè?
Hanno deliberato che i numeri romani vanno aboliti perché la gente secondo loro non li capisce. Perciò non più via XX Settembre, ma via Venti Settembre, non più largo Giovanni XXIII, ma largo Giovanni Ventitreesimo... Con i problemi che hanno, si appassionano a queste questioni di lana caprina.
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