Andrea Tarquini, la Repubblica 25/7/2015, 25 luglio 2015
LUFTHANSA E AIR FRANCE-KLM A BASSA QUOTA. MENO UTILI E PIU’ COSTI PER I COLOSSI DEL CIELO
Lufthansa ha ancora utili. Ma alti costi, quote di mercato perdute, scioperi e il prossimo rinnovo della flotta, prosciugano le casse. Air France-Klm vola in profondo rosso, con perdite in aumento, e programma duri tagli che peseranno inevitabilmente sui margini d’iniziativa dell’azienda. Si addensano le nubi sull’aviazione civile europea. Soluzioni non sono in vista, mentre ogni giorno la sfida della concorrenza — dalle Airlines pubbliche e sovvenzionate del Golfo, a Turkish, ai vettori dell’Estremo oriente, alle low cost — si fa più minacciosa. Lufthansa è in pericolo, scriveva ieri la Sueddeutsche Zeitung, annunciando il piano della compagnia con nuove tariffe low cost per chi rinuncia a bagaglio e cambio prenotazione.
A lungo simbolo d’eccellenza, qualità e affidabilità made in Germany, la compagnia di bandiera tedesca ha il fiato corto. Sta ancora meglio degli altri, ma utili e fatturato stagnano, appesantiti da vari fattori. Primo, il colpo d’immagine della sciagura del pilota suicida di Germanwings e il costosissimo confronto giuridico con i familiari delle vittime. Secondo, la vertenza aperta con piloti e assistenti di volo, e il rischio di nuovi scioperi. Terzo, troppi errori nel passato che oggi emergono come insidie.
Con 615 aeromobili e un milione di voli l’anno, la “gru gialla” ha ancora buona fama, ma non è più ai vertici mondiali per puntualità, livello del servizio, lusso in business e prima: arabi, turchi, asiatici la battono. Carsten Spohr, ad da un anno e mezzo, cerca una nuova strategia in un mix di forti risparmi e qualità, ma già il confronto con i potenti sindacati gli si profila davanti come un ostacolo enorme.
Se Berlino piange, Parigi certo non ride. Alexandre de Juniac, numero uno di Air France- Klm, ha presentato ieri cifre inquietanti. Il duplice marchio (l’erede dell’Aéropostale con cui volò Antoine de Saint-Exupéry e la linea olandese, la più “vecchia” del mondo) lamenta una perdita netta in aumento del 3 per cento a 638 milioni, una perdita operativa cresciuta del 12,1 per cento a 232 milioni.
Tagli radicali s’impongono, ha detto de Juniac: 300 milioni su un totale di 1,5 miliardi. Ma anche in questo caso, non basta la scure del rigore quando i concorrenti hanno più risorse, più idee, un’immagine in crescita, Stati ricchissimi alle spalle (vedi Etihad, Emirates e Qatar Airways) e spesso, specie gli asiatici, aerei più nuovi.
«Sul programma dei tagli di Air France-Klm e prognosi di fatturato siamo scettici», sottolinea l’azienda-broker Liberium in uno studio citato ieri dal quotidiano economico-finanziario tedesco Handelsblatt.
Anche Air France, come la sorella/ concorrente d’oltre Reno, perde quote di mercato e immagine. E sul futuro, de Juniac resta vago: è infondata, ha detto, l’ipotesi di un’entrata di Etihad nel capitale, mentre arriveranno agevolazioni per biglietti misti con Trenitalia, e continuano, non facili per i francesi, i negoziati con Alitalia sul futuro dell’alleanza, dopo che la compagnia italiana ha indicato di non voler rinnovare partnership e accordi di joint venture. Brutto segno, se un partner altezzosamente giudicato debole e appena risanato prende le distanze.