Nino Sunseri, Libero 25/7/2015, 25 luglio 2015
AMAZON BOOM: HA VINTO LA NEW ECONOMY
Alla fine la new economy ha vinto. Amazon ha chiuso un trimestre record. Da aprile a giugno il gigante del commercio online ha fatto registrare utili per 92 milioni di dollari e vendite in rialzo vertiginoso del 20%, per un totale di 23,18 miliardi di dollari. E dire che solo un anno fa si assisteva ad un crollo dei guadagni del gruppo di Seattle, con perdite pari a 126 milioni di dollari. Alla luce di questi dati nessuno degli analisti aveva previsto il balzo di oggi.
A Wall Street il titolo mette le ali e, all’inizio della seduta segna un miglioramento del 16,6% a 563 doollari. Un volo che assume anche un significato simbolico: il valore di mercato della creatura di Jeff Bezos raggiunge il record di 262,5 miliardi di dollari mentre Wal Mart il colosso delle vendite al dettaglio si ferma a 232,7 miliardi. E’ probabile che nelle prossime ore i valori cambino. Il significato simbolico, però, resta invariato. Il supermercato virtuale che corre sul web ha superato quello di cemento e di mattoni. La rimonta si è consumata nell’ arco degli ultimi cinque anni. Nel luglio del 2010, la Amazon valeva a Wall Street poco più di un terzo rispetto a Wal Mart. Nel 2013 aveva superato la metà. Ieri il sorpasso. E non perché Wal Mart se la passi male visto che dal 2010 ha incrementato, anche se non di molto, il valore in borsa. È tutto merito di Amazon, che in cinque anni ha quintuplicato il proprio peso a Wall Street, sfondando quota 262 miliardi di dollari. Un risultato importantissimo per il gruppo di Bezos, anche alla luce della durissima concorrenza. Non solo da parte dei giganti del commercio al dettaglio ma anche degli altri supermaercati virtuali come E-Bay o Alibaba. Per non parlare delle tante startup che vanno moltiplicandosi nell’offrire servizi di consegna a domicilio sempre più rapidi ed efficienti.
Bezos può vantarsi di essere stato il primo ad averci pensato. Amazon era già un colosso quando molti dei fondatori delle aziende concorrenti andavano ancora scuola.
Forse nasce proprio da qui la lunga storia d’amore che c’è tra Wall Street e Amazon. Il riconoscimento del coraggio dei pionieri. Un misto di fede e di profitto. Anche i più forti sostenitori dell’azienda fondata da Jeff Bezos hanno difficoltà a spiegarlo. «Da un decennio la gente compra ’il potenziale di Amazon’», spiega James Walker, professore di Business Statistics del The King’s College di New York, che a sua volta possiede titoli Amazon, che non vende in quanto convinto di poterle cedere ad un prezzo più alto di quando le ha acquistate.
Anche Bezos può sorridere anche per le sue fortune personali, visto che nella classifica dei 400 uomini più ricchi del mondo stilata sulla base del Bloomberg Billonaire’s. Un premio non certo immeritato visto il coraggio anche fisico dimostrato in questi anni. Come dimenticare. infatti, l’incidente con l’elicottero da cui si riprese rapidamente. Lo stesso coraggio sul piano imprenditoriale con la parola d’ordine “prima gli investimenti e poi gli utili”. Gran parte delle perdite o dei risultati deludenti dei trimestri passati sono legati soprattutto agli investimenti forsennati fatti dai vertici di Amazon in varie direzioni, soprattutto nel settore dei servizi. «Le spese fatte a partire dal 2010 cominciano a pagare in maniera significativa», commentano gli analisti.