Giorgio Ursicino, Il Messaggero 25/7/2015, 25 luglio 2015
USA, MONTEZEMOLO INSIGNITO DELLA HALL OF FAME AUTOMOTIVE
Olimpiadi e compagnie aeree lo impegnano a fondo, ma il grande amore resta la Ferrari. «Dopo la famiglia la cosa più importante della mia vita», ha dichiarato commosso Luca di Montezemolo alla cerimonia di Gala al Marriott di Detroit durante la quale è stato ufficialmente accolto nella Hall of Fame Automotive che ha sede nella città del Michigan, tuttora la capitale mondiale dell’auto. E a portare il manager italiano nel più prestigioso club del settore automobilistico è stato proprio il Cavallino come ha spiegato nelle motivazioni ufficiali William Chapin, il presidente dell’associazione che assegna ogni anno l’ambita onorificenza: «Ha riaffermato il lustro del marchio restituendo alla Scuderia Ferrari la sua importanza nel Campionato del Mondo e nello stesso tempo ha consentito al Cavallino di diventare una potenza globale». Montezemolo ha ricevuto il riconoscimento insieme a due suoi amici, imprenditori che hanno fatto altrettanto per la storia dell’auto. A fianco dell’ex numero uno di Maranello di fronte alla raffica di flash c’erano Ratan Tata e Roger Penske, il primo artefice del gruppo indiano che ha rilanciato alla grande la britannica Jaguar-Land Rover, il secondo impegnato su numerosi fronti del business automotive (dalla vendita al noleggio) in mezzo mondo, ma soprattutto titolare della Scuderia che ha trionfato 15 volte alla mitica 500 Miglia di Indianapolis (ha attenuto 141 vittorie e 180 pole nel campionato americano).
COME FERRARI E AGNELLI
Proprio con Roger, Montezemolo ha ammiccato dal palco nel suo discorso di ringraziamento: «Ho vinto più di te». «Ne parliamo dopo», è stata la pronta risposta del boss americano alla battuta. Nell’occasione è stato accolto nella Hall of Fame alla memoria anche Elwood Haynes (1857-1925) il cofondatore della Haynes-Apperson Automobile Company.
Montezemolo si affianca ad altri italiani di grande spessore già accolti nella sede che si trova al 21400 di Oakwood Boulevard a Dearbord, il sobborgo di Detroit dove c’è il quartier generale della Ford Motor Comapany. Grandi firme dello stile dell’auto come Nuccio Bertone, Sergio Pininfarina e Giorgetto Giugiaro e imprenditori che sono stati molto vicino a Montezemolo durante la sua carriera come Gianni Agnelli ed Enzo Ferrari. Nella Hall figura anche Ettore Bugatti e tutti i fondatori delle principali aziende del settore dai Toyoda, ai Dodge, ai Michelin. Poi Robert Bosch, Rudolf Diesel, Nikolaus Otto, Henry Royce, Ferdinand Porsche, Armand Peugeot, Henry Ford, Walter Chrysler, André Citroen, Louis Chevrolet, David Buick, Ferdinand Piech. Nell’emozionante lista figurano anche personaggi con le radici nell Penisola che hanno conquistato onori e gloria dall’altra parte dell’Atlantico: il pilota Mario Andretti e il manager Lee Iacocca che salvò la Chrysler prima di Marchionne.
Montezemolo ha parlato a lungo e di diversi argomenti, partendo chiaramente dai ringraziamenti e dalle dediche: «Sono emozionato, un riconoscimento inaspettato e quindi ancora più gradito. Dedico l’onorificenza a tutti coloro che hanno lavorato con me nella famiglia Ferrari, sia chi era nelle fabbriche sia chi lavorava negli uffici». Il premiato ha nominato in particolare l’attuale presidente della Fia, Jean Todt, Stefano Domenicali, il direttore tecnico Ross Brown, l’ad del Cavallino, Amedeo Felisa. Il pensiero più forte va però a Michael Schumacher, mentre viene proiettato un filmato delle più memorabili imprese del campione tedesco che Montezemolo ha portato con sé: «Il pilota più importante della nostra storia, un amico e un campione che sta combattendo la sua battaglia più dura».
L’AMORE PER LA FORMULA 1
Poi allarga l’orizzonte miscelando abilmente verità con battute divertenti: «Le vetture sono prodotti fantastici e dietro ci sono persone meravigliose. Quelle tedesche? Belle, perfette, ma qualche volta un po’ grigie... La Ferrari vale dieci miliardi? Per me vale molto di più. Il doppio, almeno venti miliardi. Ma spero che si pensi più ai clienti che agli analisti: il Cavallino non è esclusivo solo per il numero limitato delle auto prodotte, ma anche per il suo rapporto con i clienti». Montezemolo conclude parlando di un argomento che gli resta nel cuore, la F1: «Ecclestone ha fatto un lavoro eccezionale, ora servirebbe un piano quinquennale per rilanciare il Circus: taglio dei costi, più social media, regolamenti semplici e piloti vicini al pubblico».