
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I magistrati continuano a pensare che Brenda sia stata ammazzata. E adesso credono che sia stato ammazzato anche Gianguerino Cafasso, il pusher- pappone, l’uomo che forse aveva girato il video in cui si vede Marrazzo in mutande con il trans Natalì e che di sicuro aveva tentato di venderlo ai giornali, prima chiedendo mezzo milione e poi, man mano che i giornali rifiutavano, scendendo fino a 30-50 mila euro.
• Non era morto d’infarto?
Hanno riesumato il corpo e rifatto le analisi. Risulta che Gianguerino è stato ammazzato da una dose di eroina bianca purissima, tagliata con cocaina o farmacologicamente modificata perché assomigliasse alla cocaina. La sua fidanzata Jennifer – un trans di 27 anni che in realtà si chiama Adriano Da Motta e che, secondo i genitori di Gianguerino, faceva le pulizie in una fabbrica di cui Cafasso era il guardiano – è stata nuovamente interrogata e ha raccontato dettagliatamente quello che è successo lo scorso 12 settembre. «Quel giorno siamo rimasti in albergo fino al pomeriggio e poi siamo usciti per andare a cercare la droga. Siamo entrati in una casa dalle parti della Flaminia, tra Saxa Rubra e Tor di Quinto. Lì c’era questo nero che ci ha dato la cocaina. Rino non sembrava convinto, era come se non si fidasse. Invece l’uomo è riuscito a convincerlo perché l’ha assaggiata davanti a lui. Gli ha detto che la sniffava per dimostrargli che era roba buona». L’albergo era il Romulus , sulla via Salaria.
• Come mai vivevano in albergo?
Jennifer ha detto che prima abitavano all’Ostiense, in un appartamento che gli era stato girato da una russa. Stando a quello che dicono i genitori, aveva lasciato questo posto proprio perché si sentiva in pericolo. Ma ecco i due in albergo, sdraiati sul letto. Cafasso si fa subito, e si addormenta. Jennifer dice di aver assaggiato la pretesa cocaina e di averla trovata strana di sapore, troppo amara. Racconta di essersi messa a guardare la tv e alla fine di essersi addormentata. La mattina dopo, quando s’è svegliata, ha provato a scuotere il suo uomo. Invano. Se n’era andato all’altro mondo.
• Con l’eventuale delitto non c’entra niente?
Secondo gli inquirenti, Jennifer è del tutto estranea alla morte di Gianguerino, anche se è lei ad aver buttato via il preziosissimo cellulare di Cafasso, sostenendo che «squillava troppo». L’uomo chiave sarebbe l’africano che ha venduto la dose alla coppia. Jennifer sa chi è perché li riforniva regolarmente. Lo stanno cercando.
• Ma che cosa sospettano i magistrati davvero?
L’ipotesi è che Cafasso sapesse troppe cose per restare vivo: era perfettamente al corrente dei ricatti, era lui a far comunella con i carabinieri, aveva un sacco di nomi nelle sue memorie informatiche e sapeva di essere a rischio. Quando aveva incontrato le due giornaliste di Libero a cui aveva tentato inizialmente di vendere il video – Brunella Bolloli e Fabiana Ferri – aveva detto di avere in mano mezza Roma e di voler incassare i soldi del video con Marrazzo e poi scappare. Anche ai genitori aveva fatto capire di essere in pericolo. Il padre Pasquale ha detto: «Poco tempo prima che lo trovassero morto, mi raccontò che voleva lasciare il suo appartamento in affitto a Roma perché lì dentro accadevano strane cose, quando tornava la sera trovava le cose spostate, una volta le camicie nell’armadio, un’altra gli oggetti personali, anche il mobilio. Diceva: papà, io devo andarmene, non mi sento più sicuro...». Ieri la madre Laura ha confermato che il figlio era ricattato. Gianguerino e i suoi risiedono nel Cilento, a Cicerale. Cafasso, prima di venire a inguaiarsi a Roma, era un bravo pasticciere. Pesava 120 chili.
• E Brenda?
L’ipotesi-omicidio, riferita a Cafasso, rafforza l’ipotesi-omicidio riferita a Brenda. Saremmo in presenza di un killer che vuole mascherare i suoi delitti. Con Cafasso – se questo scenario è autentico – c’era riuscito perfettamente, e solo la morte di Brenda ha fatto modificare il punto di vista degli investigatori. Come abbia ammazzato in via Due Ponti resta comunque un mistero. Se non si trattasse di Brenda, quella morte sarebbe già stata archiviata come un incidente. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25/11/2009]
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