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 2009  novembre 25 Mercoledì calendario

INDIVIDUATI I DUE TELEFONISTI, AMICI TRA LORO E DI DE PEDIS


ROMA - Gli elementi ci sono tutti, ma dopo ventisei anni è difficile trovare prove e contestazioni da muovere ai ”sospettati”. I magistrati della procura di Roma hanno le idee chiare sui personaggi che Sabrina Minardi, la super testimone amante di Renatino, ha tirato dentro al caso Orlandi. A cominciare da ”Sergio” il pugile, l’uomo che, per l’ex compagna del boss della Magliana, avrebbe buttato il corpo di Emanuela in una betoniera a Torvajanica. L’uomo che guidava l’auto del boss. Sergio è già stato sentito in procura, più di un anno fa. Ma contro di lui ci sono solo le parole di Sabrina. Non bastano.
Così sono stati convocati dai pm tanti altri personaggi: figure che nella banda svolgevano un ruolo di primo o secondo piano. Così le circostanze descritte dalla Minardi sarebbero state più o meno definite, nell’ambito di una testimonianza qualche volta contraddittoria. Sono più di cinquanta le persone che il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e i pm Andrea De Gasperis, Simona Maisto e Roberto Staffa hanno sentito come persone informate sui fatti. Almeno quattro i ruoli attribuiti.
Ma la prima persona alla quale i magistrati muoveranno una contestazione sulla scomparsa di Emanuela è ”Mario”, il telefonista. Nei prossimi giorni sarà interrogato dai pm per spiegare come mai il 28 giugno di ventisei anni fa abbia chiamato casa Orlandi per raccontare di avere incontrato una ragazza che somigliava molto a Emanuela, scomparsa sei giorni prima. La sua voce, registrata in modo artigianale dalla famiglia nell’’83, è stata ancora una volta incisa, pochi mesi fa come tante altre grazie alle intercettazioni telefoniche. E poi individuata da una perizia fonica. Infine riconosciuta anche da Sabrina Minardi. Tanto può bastare per porre domande e aspettarsi risposte. Mario aveva raccontato che quella ragazzina sosteneva di essersi allontanata volontariamente da casa. Adesso dovrà chiarire.
Ma alle domande del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dei pm Andrea De Gasperis, Simona Maisto e Roberto Staffa dovrà rispondere anche l’uomo che nel luglio del 2005 ha telefonato al centralino della trasmissione di Raitre «Chi l’ha visto» invitando a indagare su chi fosse effettivamente sepolto nella cripta di Sant’Apollinare. La chiesa che ospita la tomba di De Pedis. Secondo gli accertamenti, coordinati dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, i due uomini si conoscerebbero molto bene e avrebbero uno stretto legame tra loro. Entrambi vicini a De Pedis, avrebbero avuto col boss rapporti diversi: Mario sarebbe stato legato a Renatino da un vero sodalizio criminale, mentre l’anonimo che ha chiamato al centralino della Rai pur essendo intimo di De Pedis, non avrebbe mai fatto parte della Banda della Magliana.
E ieri è tornata in procura anche Natalina Orlandi, una delle sorelle di Emanuela. Un breve colloquio coi magistrati e ancora la speranza.