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 2009  novembre 25 Mercoledì calendario

L’Onu: un miliardo e mezzo di persone al buio- Una famiglia su due usa combustibili solidi per riscaldarsi Un mondo in cui una famiglia su due si scalda e cucina bruciando carbone, legname, sterpaglia

L’Onu: un miliardo e mezzo di persone al buio- Una famiglia su due usa combustibili solidi per riscaldarsi Un mondo in cui una famiglia su due si scalda e cucina bruciando carbone, legname, sterpaglia. E dove una su quattro, non conoscendo la luce artificiale, deve attendere l’alba pri­ma di cercar rimedi al malore di un figlio occorso nella notte. Non è uno scenario della metà del secolo scorso, ma quanto accade ancora nel ”mondo globalizzato”. La situazione, appena denunciata in un rapporto dell’Onu, è persino difficile da immaginare: circa 3 miliardi di persone che vivono solo coi combustibili più ru­dimentali e oltre 1 miliardo e mezzo an­cora del tutto sprovviste di corrente elet­trica. Solo 17 Paesi in via di sviluppo su 140, inoltre, hanno previsto piani precisi per accedere a combustibili più moder­ni ed efficaci. Mentre per l’elettricità, è il caso di 68 Stati. A firmare lo studio sono il Programma dell’Onu per lo sviluppo (Undp), l’Organizzazione mondiale del­la sanità (Oms) e l’Agenzia internaziona­le per l’energia (Iea). A pochi giorni dall’attesa Conferenza di Copenaghen sul clima, si tratta di cifre che stonano a prima vista con le preoc­cupazioni di una diplomazia internazio­nale concentrata su come ridurre le e­missioni globali dei gas inquinanti. Ad ammetterlo è lo stesso Olav Kjorven, il responsabile di Undp per le politiche di sviluppo: «Le popolazioni di quasi metà dell’umanità so­no completa­mente scollega­te dal dibattito su come con­durre il progres­so umano con minori emissio­ni e un’energia più verde». L’accesso nega­to alla luce elet­trica è la piega forse più emblematica del problema. Ma la questione del sottosviluppo energeti­co è più tentacolare, dato che riguarda la diffusione di tutte le fonti moderne d’e­nergia. Secondo il rapporto, se si analiz­zano gli effetti ambientali delle combu­stioni nei Paesi poveri, l’apparente con­traddizione con gli obiettivi di Copena­ghen cade subito. Dato che i combusti­bili più rudimentali sono anche i più in­quinanti. In altri termini, battersi per l’ac­cesso all’elettricità può avere effetti e­stremamente benefici anche per la qua­lità dell’atmosfera planetaria. Ma il cuore del problema non sta qui, co­me mostra la partecipazione dell’Oms al rap­porto. Ben pri­ma di poter es­sere interpreta­to come ”pro­blema ambien­­tale”, l’accesso negato alle fonti d’energia mo­derna resta in­nanzitutto una piaga che colpisce la dignità e la salute fisica di sterminate popolazioni, perlo­più africane ed asiatiche. Per questo, sot­tolinea Undp, occorre ribaltare oggi cer­ti termini del problema: «Dobbiamo as­sicurare che i bisogni d’energia di que­ste popolazioni siano al centro dei nuo­vi accordi climatici», ha chiarito Kjorven. Il contrario prolungherebbe e aggrave­rebbe una serie di ecatombi silenziose e spesso dimenticate. A livello sanitario, ad esempio, si conta­no almeno 2 milioni di decessi l’anno di­rettamente legati agli incendi domestici o all’esposizione al fumo in spazi confi­nati. Nel 99% dei casi, ciò accade nei Pae­si in via di sviluppo e le vittime sono spes­so donne. Ma le esalazioni delle combu­stioni si rivelano spesso fatali anche per i bambini, causando ad esempio, nel ca­so degli ”under 5”, oltre la metà dei decessi dell’Africa subsahariana per certe affe­zioni respiratorie. L’accesso all’energia rappresenta una del­le più pesanti ipoteche sul futuro soprat­tutto nel continente africano, dove circa 600 milioni di persone non hanno ac­cesso alla corrente elettrica. Nel subcon­tinente indiano, è il caso di un altro mez­zo miliardo di abitanti. Per sperare di rag­giungere entro il 2015 i famosi obiettivi del millennio, occorrerebbe portare l’e­lettricità a 1,2 miliardi di persone e i mo­derni combustibili a quasi 2 miliardi. Ma gli investimenti di molti Stati restano an­cora scarsi o persino inesistenti.