Vittorio Sabadin, La Stampa 25/11/2009, 25 novembre 2009
VITTORIO SABADIN
CORRISPONDENTE DA LONDRA
E’ vero, non ci siamo più abituati, occorre esercizio e ci si vergogna un po’, ma forse è arrivato il tempo di tornare a contrattare sui prezzi delle merci che acquistiamo nei negozi. Anni di benessere ci hanno portato a pagare senza discutere il prezzo richiesto come se fosse un dogma immutabile, ma ogni economista sa che nulla è più instabile dei prezzi. E forse non c’è mai stato un momento migliore di questo per ricominciare a chiedere lo sconto.
Il «Guardian», giusto per vedere se è davvero possibile risparmiare usando un po’ di faccia tosta e un po’ di umorismo, ha mandato una cronista, Tanya Gold, nel popolare mercato di Camden nel Nord di Londra con l’incarico di trattare su tutto e vedere che cosa accadeva. Il taxista non ha voluto saperne: «E’ vietato chiedere di più ma anche pagare di meno», le ha risposto. «E se con la recessione perderà tutti i clienti?» «Allora le venderò il mio taxi». La discussione con il pollivendolo è stata più animata. «Non un penny meno di 14,20 sterline» ha detto il commesso. «Così tanto? - ha replicato Tanya - Ma non vede in che brutto stato si trova questo pollo? E’ morto!» Venti centesimi di sconto. Anche il verduriere alla fine ha ceduto dopo che gli era stato fatto notare che le patate erano tutte sporche di terra. «Ma è così che le raccolgono, signorina».
Girando per i negozi e sperimentando nuove tecniche di contrattazione, si è scoperto che alcune sono più efficaci di altre e consentono di ottenere sconti senza perdere troppo la propria dignità. Un letto da 6500 sterline in un negozio di mobili può essere portato a casa per 5200 se accarezzandolo dolcemente si racconta che ci si deve sposare, che quello è il letto dei sogni di entrambi, «ma il mio fidanzato è un taccagno». Due spugnette da cucina da 1,15 sterline possono essere acquistate a 99 centesimi se si minaccia il commerciante di andare nel supermercato di fronte, dove costano meno. Su una bottiglia di Krug venduta dal vinaio a 120 sterline se ne possono risparmiare 20 facendo leva sul supporto dato al piccolo commerciante contro le grandi catene di distribuzione.
E persino su un paio di occhiali da sole Gucci da Selfridges, in Oxford Street, è possibile ottenere una riduzione di una trentina di sterline. Tanya si è presentata alla commessa come una moda-dipendente in preda a una crisi di astinenza dovuta alla recessione. «Che belli, ma quanto costano! Vorrei tanto, ma non posso... E’ vero che chi ha il viso grande dovrebbe portare occhiali piccoli e viceversa?». Dopo dieci minuti di chiacchiere, il prezzo è sceso.
Coraggio dunque.
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