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 2009  novembre 25 Mercoledì calendario

NIENTE DILAZIONE SUI DEBITI DI CATANIA

«Spiacenti, ma non facciamo operazioni ad personam». Suona così il «non possumus» con cui la Cassa depostiti e prestiti ha bocciato nei giorni scorsi, dopo una lunga istruttoria, la richiesta del comune di Catania di rinegoziare l’ammortamento dei propri debiti.
L’operazione riguardava circa 350 milioni (la metà dei 696 milioni di rosso segnati a consuntivo a fine 2007), e cercava di far risparmiare al comune 9-10 milioni all’anno allungando il calendario delle rate. Niente da fare: le operazioni di rinegoziazione, spiegano dalla Cassa, sono sempre rivolte alla generalità degli enti locali, con tempi determinati e condizioni uguali per tutti (come impone del resto la legge 326/2006) e non è possibile bussare alle porte dell’istituto per avviare una trattativa a due.
Insieme alla notizia cattiva, a Catania però è arrivata in questigiorni anche una boccata d’ossigeno per i conti del comune. Ha ottenuto la firma del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, e attende solo la registrazione da parte della Corte dei conti, il provvedimento trasferisce la prima rata da 50 milioni dei 140 stanziati a ottobre dell’anno scorso dal decreto salva-deficit. La prima tranche dovrebbe servire al comune per coprire un gruppo di debiti fuori bilancio, nati soprattutto dalle parti delle società partecipate, mentre il resto andrà utilizzato per ripianare i 90 milioni di deficit che si sono aperti nei conti del 2003, 2004 e 2006. Le regole che disciplinano i bilanci degli enti locali imporrebbero di chiudere queste partite entro tre anni, ma i tempi lunghi sono la caratteristica principale delle vicende contabili catanesi; per coprire il buco il comune aveva prima tentato la dismissione di un gruppo di immobili, che non era mai andata in porto (in una prima versione del pacchetto erano stati inseriti anche beni indisponibili del Demanio) ma aveva comunque prodotto un "accertamento di entrate future" bocciato dalla Corte dei conti, dopo di che il salvataggio annunciato da Cipe e governo ha fatto scattare i tempi supplementari.
La travagliata storia dei bilanci catanesi è arrivata anche in procura, dove l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Gennaro e dai sostituti Francesco Puleio e Andrea Ursino ha prodotto prima 47 avvisi di garanzia e poi 18 richieste di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio aggravato e falso in atto pubblico nei confronti dell’ex sindaco Umberto Scapagnini, due dirigenti comunali e 15 ex assessori. La posizione di Scapagnini (ora deputato nelle file del Pdl) era stata stralciata per l’impossibilità dell’ex sindaco di partecipare al processo a causa dei suoi problemi di salute, ma è ora stata fatta rientrare nel procedimento principale. Anche questo ha allungato i tempi del procedimento, che comunque dovrebbe portare il Gup in camera di consiglio il 22 dicembre.