Orazio La Rocca, la Repubblica 25/11/2009, 25 novembre 2009
"Il ruolo della donna un ostacolo nel dialogo"- Professor Giovagnoli, in Europa, come pure in tutto l´Occidente, la religione diventa sempre più sinonimo di scontri e di tensioni
"Il ruolo della donna un ostacolo nel dialogo"- Professor Giovagnoli, in Europa, come pure in tutto l´Occidente, la religione diventa sempre più sinonimo di scontri e di tensioni. Come mai? «E´ innegabile constatare che nel Vecchio Continente - ma anche in gran parte del resto del mondo - i movimenti religiosi sono anche causa di scontri e tensioni; ma parlare oggi di nuove guerre di religione è esagerato e fuorviante. I veri contrasti non sono legati alle fedi, ma a ben altro». Agostino Giovagnoli è docente di Storia Contemporanea all´Università Cattolica di Milano. Frasi tipo «moderne guerre di religione» o «espansionismo cattolico» non lo appassionano. Le trova «prive di senso» e «fuori luogo», anche se riconosce che il panorama internazionale è sempre più popolato da complicate vicende legate proprio ai rapporti interreligiosi, come dimostrano le eterne difficoltà del dialogo ecumenico tra i cristiani, le spinte islamiche, le pretese anticonciliari dei tradizionalisti lefebvriani malgrado il «perdono» del Vaticano, i contrasti legati al ruolo della donna nelle varie confessioni, lo scisma nella Chiesa d´Inghilterra da parte dei tradizionalisti anglicani accolti dalla Chiesa cattolica di Roma. Professore, è però innegabile che oggi il dialogo interreligioso tra le varie confessioni sia sempre più in difficoltà. «Difficoltà sì, ma non "guerre di religione", perché con questa espressione evochiamo vicende storiche avvenute, in particolare, intorno al ?500-600. Oggi nulla è paragonabile a quei fatti che secoli addietro portavano popolazioni intere a scagliarsi contro altre popolazioni per motivi di fedi e di dogmi. I conflitti di oggi sono di altra natura, hanno motivazioni legate a comportamenti sociali, alla difesa di diritti lavorativi o di sopravvivenza. La fede c´entra assai poco. Oggi le fratture non hanno motivazioni teologiche ma antropologiche, legate a differenti modi di concepire la vita, la ricerca scientifica, la bioetica, l´aborto. Senza dimenticare le grandi popolazioni ancora vittime di fame, di guerre e di malattie». Ma come è lo stato di salute dei rapporti tra le religioni nei paesi occidentali? «Rispetto a qualche anno fa la situazione è peggiorata. Volendo solo guardare al cristianesimo, direi che non si avverte più quella spinta ecumenica tipica degli anni del dopo Concilio Vaticano II. E questo ha condizionato, in peggio, non solo i rapporti tra le confessioni cristiane ma tra tutto il movimento interreligioso. Ed è bene incominciare a chiedersi il perché». Nei giorni scorsi in Germania una donna è stata eletta capo della Chiesa luterana. Il dialogo tra cattolici e protestanti ne risentirà negativamente? «Il ruolo della donna è stato sempre un problema che ha condizionato i rapporti ecumenici. E questa nomina non farà eccezione per il diverso modo di concepire nei cattolici la presenza della donna, che non accederà mai agli ordini presbiterali». Il problema sollevato dal ruolo della donna nella Chiesa è paragonabile all´accesso al sacerdozio dei preti sposati? «Non è lo stesso problema. Per la Chiesa cattolica, come si sa, il celibato sacerdotale, pur non essendo un dogma teologico, è una scelta legata alla tradizione storica valida ancora oggi. Ci sono però delle eccezioni, come nella Chiesa di rito orientale, dove i preti si possono sposare, ma non i vescovi. Stessa possibilità anche per le Chiese ortodosse e protestanti. Ma ora con l´ammissione degli anglicani sposati nel cattolicesimo un´altra eccezione è stata ammessa. Per cui, sul celibato sacerdotale mai dire mai. In futuro si vedrà. Di grandissimo significato, inoltre, è la possibilità che la Costituzione apostolica varata da Benedetto XVI permette agli anglicani convertiti al cattolicesimo di conservare le loro tradizioni liturgiche e la loro specificità storica. una decisione che porterà tanti frutti e rafforzerà il pluralismo liturgico nella Chiesa cattolica». Come si deve porre l´Europa, ma anche l´Italia, di fronte ai flussi migratori destinati a far aumentare la presenza islamica nelle nostre città? «Occorre prenderne atto ed attrezzarci di conseguenza per favorire convivenze e condivisioni. Le prese di posizione radicali tipiche della Lega Nord, fatte di respingimenti e di politiche anti immigratorie, sono destinate alla sconfitta. Ma va anche detto che gli stessi militanti leghisti, a livello locale, da anni convivono con gli immigrati senza tensioni e incomprensioni». Sul crocifisso esposto nelle scuole sono però esplose polemiche e divisioni. Che ne pensa? «La sentenza del tribunale di Strasburgo è un paradosso perché va contro proprio quella laicità europea che negli ultimi decenni è stata improntata all´accoglienza e al pluralismo delle persone. Spiace constatare che quella laicità alta, nata per evitare conflitti, oggi è causa di divisioni e tensioni. E´ un vero controsenso».