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 2009  novembre 25 Mercoledì calendario

I magistrati continuano a pensa­re che Brenda sia stata ammazza­ta. E adesso credono che sia stato ammazzato anche Gianguerino Cafasso, il pu­sher- pappone, l’uomo che forse aveva girato il video in cui si vede Marrazzo in mutande con il trans Natalì e che di sicuro aveva tentato di venderlo ai giornali, prima chiedendo mezzo milione e poi, man mano che i giornali rifiutavano, scendendo fino a 30-50 mila euro

I magistrati continuano a pensa­re che Brenda sia stata ammazza­ta. E adesso credono che sia stato ammazzato anche Gianguerino Cafasso, il pu­sher- pappone, l’uomo che forse aveva girato il video in cui si vede Marrazzo in mutande con il trans Natalì e che di sicuro aveva tentato di venderlo ai giornali, prima chiedendo mezzo milione e poi, man mano che i giornali rifiutavano, scendendo fino a 30-50 mila euro.

• Non era morto d’infarto?
Hanno riesumato il corpo e rifat­to le analisi. Risulta che Gian­guerino è stato ammazzato da una dose di eroina bianca puris­sima, tagliata con cocaina o far­macologicamente modificata perché assomigliasse alla cocai­na. La sua fidanzata Jennifer – un trans di 27 anni che in realtà si chiama Adriano Da Motta e che, secondo i genitori di Gian­guerino, faceva le pulizie in una fabbrica di cui Cafasso era il guardiano – è stata nuovamen­te interrogata e ha raccontato dettagliatamente quello che è successo lo scorso 12 settembre. «Quel giorno siamo rimasti in al­bergo fino al pomeriggio e poi siamo usciti per andare a cerca­re la droga. Siamo entrati in una casa dalle parti della Flami­nia, tra Saxa Rubra e Tor di Quinto. Lì c’era questo nero che ci ha dato la cocaina. Rino non sembrava convinto, era come se non si fidasse. Invece l’uomo è riuscito a convincerlo perché l’ha assaggiata davanti a lui. Gli ha detto che la sniffava per di­mostrargli che era roba buona». L’albergo era il Romulus , sulla via Salaria.

• Come mai vivevano in albergo?
Jennifer ha detto che prima abi­tavano all’Ostiense, in un appar­tamento che gli era stato girato da una russa. Stando a quello che dicono i genitori, aveva la­sciato questo posto proprio per­ché si sentiva in pericolo. Ma ec­co i due in albergo, sdraiati sul letto. Cafasso si fa subito, e si addormenta. Jennifer dice di aver assaggiato la pretesa cocai­na e di averla trovata strana di sapore, troppo amara. Raccon­ta di essersi messa a guardare la tv e alla fine di essersi addor­mentata. La mattina dopo, quando s’è svegliata, ha prova­to a scuotere il suo uomo. Inva­no. Se n’era andato all’altro mondo.

• Con l’eventuale delitto non c’entra niente?
Secondo gli inquirenti, Jennifer è del tutto estranea alla morte di Gianguerino, anche se è lei ad aver buttato via il preziosissi­mo cellulare di Cafasso, soste­nendo che «squillava troppo». L’uomo chiave sarebbe l’africa­no che ha venduto la dose alla coppia. Jennifer sa chi è perché li riforniva regolarmente. Lo stanno cercando.

• Ma che cosa sospettano i ma­gistrati davvero?
L’ipotesi è che Cafasso sapesse troppe cose per restare vivo: era perfettamente al corrente dei ricatti, era lui a far comunel­la con i carabinieri, aveva un sacco di nomi nelle sue memo­rie informatiche e sapeva di es­sere a rischio. Quando aveva in­contrato le due giornaliste di Li­bero a cui aveva tentato inizial­mente di vendere il video – Bru­nella Bolloli e Fabiana Ferri – aveva detto di avere in mano mezza Roma e di voler incassa­re i soldi del video con Marraz­zo e poi scappare. Anche ai geni­tori aveva fatto capire di essere in pericolo. Il padre Pasquale ha detto: «Poco tempo prima che lo trovassero morto, mi rac­contò che voleva lasciare il suo appartamento in affitto a Roma perché lì dentro accadevano strane cose, quando tornava la sera trovava le cose spostate, una volta le camicie nell’arma­dio, un’altra gli oggetti persona­li, anche il mobilio. Diceva: pa­pà, io devo andarmene, non mi sento più sicuro...». Ieri la ma­dre Laura ha confermato che il figlio era ricattato. Giangueri­no e i suoi risiedono nel Cilen­to, a Cicerale. Cafasso, prima di venire a inguaiarsi a Roma, era un bravo pasticciere. Pesava 120 chili.

• E Brenda?
L’ipotesi-omicidio, riferita a Ca­fasso, rafforza l’ipotesi-omici­dio riferita a Brenda. Saremmo in presenza di un killer che vuo­le mascherare i suoi delitti. Con Cafasso – se questo scenario è autentico – c’era riuscito perfet­tamente, e solo la morte di Brenda ha fatto modificare il punto di vista degli investigato­ri. Come abbia ammazzato in via Due Ponti resta comunque un mistero. Se non si trattasse di Brenda, quella morte sareb­be già stata archiviata come un incidente. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25/11/2009]