Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  novembre 25 Mercoledì calendario

LA GUERRA DEI SAPIENS E DEI NEANDERTHAL


In Puglia vissero pacificamente, in Iraq si massacrarono in una delle prime guerre del Paleolitico: è la storia dei Sapiens e dei Neanderthal, che per migliaia di anni si spiarono e si annusarono e ogni tanto misero su, in anticipo sui tempi, coppie miste, finché una specie vinse tutto e l’altra perse tutto.
Andò così? E’ possibile che antropologi e paleontologi non accerteranno mai la verità. Ma il loro divertimento consiste nell’indagare indizi sparsi e minimi, dispersi su tempi lunghissimi, elaborando ipotesi su cui litigare. Tra i «falchi», impegnati a demolire gli stereotipi di un passato rousseauiano, c’è Steve Churchill della Duke University: studia i resti di Shanidar 3, un neanderthaliano che morì intorno ai 40 anni, in una grotta del Nord iracheno, probabilmente trafitto all’altezza della nona costola sinistra da un freccia.
Il punto è che nessuno del suo popolo utilizzava un’arma simile: si preferivano giavellotti pesanti. L’arco era un’invenzione dei Sapiens, che ai corpo a corpo con mammuth e bisonti preferivano la caccia a distanza, inseguendo prede più piccole. Churchill è convinto che quelle ossa racchiudano la prova di innumerevoli scontri in Medio Oriente ed Europa, concentrati tra 50 mila anni e 28 mila anni fa, quando i Neanderthal escono di scena.
Un altro falco è Fernando Ramirez Rozzi dell’Istituto di paleontologia di Parigi: analizzando alcune mandibole venute alla luce a Les Rois, in Francia, ha scoperto che presentano scalfitture profonde. «I Sapiens si cibavano dei Neanderthal», ha scritto con toni da «Csi», e d’altra parte alcune testimonianze rivelano banchetti da cannibali con i protagonisti invertiti.
Orrore puro? Le «colombe» non sono d’accordo ed Erik Trinkhaus della Washington University teorizza che quei lontani cugini, invece di soccombere, si siano progressivamente mischiati con noi, anche se - ammette - «non sapremo mai fino a che punto». Ci prova Svante Päabo del Max Planck Institute, tentando di ricostruire il loro Dna di 500 secoli fa. Pensa di aver trovato qualche traccia di quei geni in noi, ma - spiega - «si dovrà capire se nei Neanderthal ce ne fossero altri provenienti dai Sapiens». L’enigma è ancora tutto da risolvere.
Intanto, sia i falchi sia le colombe si stanno accordando su un generoso «face lifting»: tutt’altro che bruti, i Neanderthal erano sofisticate macchine biologiche con una spiccata vita sociale. In più, e non guasta, avevano capelli biondi o rossi e carnagione pallida. A perderli - è la teoria di Steven Kuhn della University of Arizona - potrebbero essere stati i bruschi cambiamenti climatici tra 65 mila e 25 mila anni fa, quando picchi di caldo e freddo sconvolsero ogni habitat. E ai Sapiens, maestri di opportunismo, bastò.