
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Inneggiare al fascismo è un delitto grave o è soltanto l’eccesso di qualche gradasso?

Gianni Scarpa, 64 anni, miranese, bandana gialla sulla fronte. Ha in concessione un pezzo di spiaggia a Sottomarina di Chioggia. L’ha battezzata “Playa Punta Canna”. Quelli della tv locale Televeneta lo intervistano nell’agosto 2012, per via di un cartello che dice «Zona ad alta frequenza di gnocche e gnocchi» e di un altro cartello in cui si vieta l’accesso «a bambini e buzzurri». Sugli gnocchi e le gnocche lui dice: «È goliardico, così, un po’ spiritoso, la bella ragazza è una bella gnocca, il bel ragazzo è un bel gnocco. Tutto lì...». Sui bambini e i buzzurri: «La spiaggia è inadeguata ai bambini perché non abbiamo giochi. Non è una spiaggia pensata per i bambini. Ma io amo i bambini, sono papà di una creatura di sei anni... In questa spiaggia abbiamo una clientela che va dai 25 ai 60 anni, tutti single, bim bum bam...». Le telecamere mostrano in effetti qualche bella ragazza sotto la doccia. Quanto ai cartelli, a parte quelli su gnocche, buzzurri e bambini, non si vede niente di speciale. Gianni Scarpa: «Qui le regole le faccio io da quando sono arrivato nell’estate del 1996. Era una zona devastata da droga, devastata da maniaci, devastata da sporcizia, un degrado allucinante e io, a colpi di mazza, perché non voglio disturbare le forze dell’ordine, perché hanno tanto da fare, e non rientra nella mia mentalità. Quello che vedi qui l’ho fatto tutto io con le mie mani». Intanto, i giornali, che d’estate spesso non sanno di che parlare, gli dedicano qualche pezzo. Operazione di marketing gratuita e riuscita.
• Come mai ci occupiamo di un’intervista rilasciata cinque anni fa da un tizio mai sentito nominare?
Il tizio riappare adesso, e si fa intervistare un’altra volta. Ha sempre la bandana gialla, ma il petto non è più libero come nel 2012: lo Scarpa gira con una collana bene in vista, a cui è appeso un medaglione con la testa di Mussolini. La solita rete veneta gli mette come l’altra volta il microfono davanti alla bocca: «Io essendo di una linea politica che ormai non c’è più... e non mi vergogno a dirla qual è: il manganello. Io sono negro, nero come il carbone, io sono fascista - forse questa la taglierai - ma è quello che sono. Condanno il vecchio fascismo, però adesso ci vorrebbe il nuovo. Il manganello, e spazzare via tutta la merda che ci sovrasta». Bum! Arrivano gli inviati dei grandi quotidiani. Leggono i cartelli e stavolta si esalta «la legge del fucile», «l’uso del manganello sui denti», «le camere a gas». Scarpa ha l’abitudine di arringare il popolo della spiaggia attraverso gli altoparlanti: «Qui vige il regime, la democrazia mi fa schifo, se non vi piace me ne frego!». «A me la democrazia mi fa schifo... Io sono totalmente antidemocratico e sono per il regime. Ma non potendolo esercitare fuori da casa mia, lo esercito a casa mia. A casa mia si vive in totale regime...». «Papa Francesco lo rimandiamo a Buenos Aires con un ponte, visto che non vuole costruire i muri». «I tossici li sterminerei tutti». I bagnanti, a quanto pare, se ne fregano, ascoltano e continuano a prendere il sole. Ma dopo gli articoli dei giornali arriva la Digos che sequestra i nastri con i comizi (Scarpa si registrava), ci sono le interrogazioni parlamentari, si stupisce Noemi Di Segni, presidente delle comunità ebraiche italiane, altri promettono nuove leggi che impediscano l’apologia del fascismo (benché ce ne siano già due), il M5S fa sapere che disposizioni di questo genere sarebbero liberticide, c’è chi tira fuori il Primo emendamento, in America può propagandare le sue idee anche il Ku Klux Klan, purché non le metta in pratica... Dibattito gigantesco, con prime pagine, telegiornali, siti internet impazziti, la Boldrini...
• E tutto questo gratis. La spiaggia è piena di clienti?
Posti esauriti. È vero che è tutto lindo e pulito, neanche una cicca in mezzo alla sabbia. Ma che conta? Si parla di levargli la concessione, e però Scarpa ci avrà pensato. Parole in libertà non dovrebbero essere sufficienti a rompere un contratto, nel quale non sarà neanche stabilita la regola che è vietato dagli altoparlanti fare apologia del fascismo. E poi: ancora qualche giorno e tutto sarà dimenticato. Intanto un sacco di gente avrà saputo che la Playa Punta Canna esiste e, a parte le stranezze del gestore, è anche un bel posto.
• Ma si può fare? Voglio dire: la nostra Costituzione è dichiaratamente antifascista, ci sono due leggi che vietano l’apologia...
Scelba, all’epoca considerato un fascista, fece approvare nel 1952 la legge che vieta la riorganizzazione del partito fascista. Mancino, nel 1993, integrò Scelba con la legge che vieta la propaganda di idee fondate su superiorità e odio razziale ed etnico, o che istiga a discriminare. Si rischiano da 6 mesi a 4 anni.
• E allora?
La Cassazione, cancellando qualche condanna, ha spiegato che l’apologia è punibile solo se finalizzata alla ricostituzione del partito fascista. Altrimenti si è protetti dagli articoli 21 e 49 che tutelano la libertà d’opinione. L’anno scorso, per questo, sono stati assolti anche saluti romani e croci celtiche, in precedenza condannati.
• Non si può fare una legge che vieti semplicemente di parlar bene del fascismo?
Sarebbe anticostituzionale, credo. Adesso c’è una proposta dell’onorevole Fiano (milanese, 54 anni, Partito democratico) che punisce la propaganda del regime fascista e nazifascista, senza se e senza ma. Ma siamo a fine legislatura, il Parlamento ha altro da fare.
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