Corriere della Sera, 11 luglio 2017
Il bilancio delle liti stradali: 4 morti e 238 feriti nel 2016
C’è chi per una mancata precedenza insegue l’altro automobilista e lo aggredisce violentemente con calci e pugni. C’è chi si vede «rubare» il posto nel parcheggio all’ultimo istante, scende dall’auto e ferisce in modo grave il presunto «furbetto». I casi di «liti stradali» in Italia che finiscono nelle aule di tribunale sono tanti ogni anno e di molti non si sa neanche nulla perché la vittima non presenta querela contro l’aggressore.
«Nel 2017 i dati non sono affatto incoraggianti – spiega Giordano Biserni, presidente dell’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale che monitora il fenomeno delle “liti stradali” attraverso un Osservatorio – perché ci sono già stati 66 episodi che hanno causato tre morti e 83 feriti, di cui 19 gravi». I morti nel 2016 erano stati quattro. «C’erano stati 183 episodi registrati con 238 feriti, di cui 37 gravi. In 31 casi le persone coinvolte hanno utilizzato armi come pistole e coltelli mentre in altri 33 casi sono state usate armi improprie come la stessa vettura, un ombrello o il cric».
Una violenza inaudita e spesso scaturita da motivi banali. «Non immaginate quanti appassionati di baseball ci siano Italia che vanno in giro con una mazza in auto e sono pronti a usarla ma non per colpire palline. Per fortuna non sempre ci scappa il morto come in Val di Susa».
La «rabbia da strada» scoppia da Nord a Sud, Isole comprese. Nel 2016, a Giulianova Lido nel Teramano, un imprenditore informatico, davanti agli occhi della figlia di sette anni, è stato accoltellato al cuore. Pochi metri prima, per una mancata precedenza, era venuto alle mani con un artigiano che poi lo ha colpito mortalmente. A Milano, invece, un uomo è stato condannato per lesioni e danneggiamento aggravato perché non solo ha picchiato il «rivale» dopo un diverbio per mancato rispetto di una precedenza ma, non pago, ha distrutto a calci anche il suo telefonino.
Secondo una ricerca del portale Facile.it, il motivo che fa più spazientire al volante è proprio la mancata precedenza (32%); poi le imprudenze (27%) e i pedoni distratti che attraversano senza guardare (25%). Al Sud, però, i litigi nascono di più per la doppia fila (33%), contro il 10% del Nord.
«Sarebbe sin troppo facile consigliare di non cedere mai alla tensione e litigare per questioni stradali – spiega Giuseppe Bisogno, direttore del servizio polizia stradale – ma se succede di essere aggrediti verbalmente o fisicamente da un altro automobilista per motivi di viabilità, non bisogna mai cadere nelle provocazioni e scendere dal mezzo, ma occorre chiamare subito le forze di polizia. Se si è a piedi o in moto, invece, è consigliabile, se possibile, rifugiarsi subito in un luogo pubblico e affollato, come i bar, per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Cedere alla provocazione è rischioso perché non si sa chi si ha di fronte, se è armato, drogato o ubriaco».