Corriere della Sera, 11 luglio 2017
Perché è impossibile un asse con la Spagna?
Caro Aldo,
la Spagna, se non sbaglio la quarta nazione Ue per numero di abitanti, è emarginata dalla cronaca, salvo per Real Madrid e Barcellona. Mi è sorto il dubbio che ciò è proprio quello che la Spagna vuole. Come avvenne in epoca hitleriana e mussoliniana, quando si chiuse in un isolazionismo a oltranza, diventando unicamente nido di agenzie di spionaggio e controspionaggio, anche un piatto gustoso per la cinematografia. Per questo la guerra reale che vi si svolse, la sanguinosa guerra civile, mi sembra una guerra per procura. È ipotizzabile che la Spagna possa, sempre che lo voglia, ripresentarsi in Europa, facendosi viva in qualche asse, penso all’Italia? Forse c’è già ma non ce ne accorgiamo.
Giuliano Corti, Milano
Caro Giuliano,
La Spagna ha già fatto un asse. Non certo con l’Italia; con la Germania. Buona parte del debito pubblico spagnolo è in mano tedesca; non a caso Berlino – e di conseguenza Bruxelles – hanno consentito il salvataggio del sistema bancario di Madrid. Quando Prodi tentò di fare asse con l’allora premier Aznar, concordando l’ingresso nell’euro con qualche anno di ritardo, si sentì rispondere che la Spagna non avrebbe aspettato nessuno. Da qui l’eurotassa.
La sua lettera, caro Giuliano, ha il merito di richiamare l’attenzione su un Paese che crediamo di conoscere ma non ci è poi così familiare come pensiamo. Noi italiani ad esempio fino a poco tempo fa credevamo allo stellone, alla buona sorte per cui alla fine ce la caviamo sempre; gli spagnoli tradizionalmente sono convinti di essere nati sotto una cattiva stella. Sentiamo vicina l’Andalusia, la regione del sole, del mare, dei toreri, dei pittori – sono andalusi tutti i grandi del secolo d’oro, Velázquez, Murillo, Zurbarán nato in Estremadura ma cresciuto a Siviglia, Alonso Cano, Valdés Leal e per nascita pure Picasso – e dei poeti: Machado era di Siviglia, Lorca di Granada. Conosciamo poco la Spagna atlantica, verde, zitta. Sentiamo prossima la solarità mediterranea, meno la «retranca gallega», quello spirito scaltro, taciturno, prudente e spietato che fu di Franco e – mutato il molto che c’è da mutare – è oggi del galiziano Rajoy. Il suo governo può cadere da un momento all’altro; ma ha mostrato doti di resistenza notevoli. Tanto, a livello internazionale, è rappresentato dalla Merkel.