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 2017  luglio 11 Martedì calendario

Statua decapitata, bruciata una foto: oltraggi a Falcone davanti alle scuole

PALERMO Nella scuola dove i carabinieri giocano a calcio con gli studenti, anche con i figli dei mafiosi, nel quartiere dove l’istituto intitolato a Giovanni Falcone prova a diventare modello di un possibile riscatto, i raid vandalici non finiscono mai. E domenica notte, con luna piena e telecamere di sorveglianza guaste, lo Zen, questo scandaloso Bronx palermitano popolato da piccoli e grandi boss, è stato teatro di un nuovo volgare oltraggio maturato proprio davanti alla scuola dove è stata presa di mira la statua del magistrato ucciso 25 anni fa nella strage di Capaci. Uno sfregio seguito ieri sera da un nuovo atto di vandalismo davanti ai cancelli di un’altra scuola, la elementare «Alcide De Gasperi» di Piazza Papa Giovanni Paolo II. L’immagine di Falcone incenerita. Uno spazio nero fra i cartelloni realizzati nei giorni scorsi dagli studenti dell’istituto a due passi dallo stadio della Favorita.
Prova di una insofferenza manifestata da sacche di società indispettite da una gioventù che volta le spalle al passato e rifiuta rapporti con il peggio di una città dove qualcuno «tenta selvaggiamente di opporsi all’irreversibile cambiamento culturale e alla sempre più efficace opera di repressione ai quali non si rassegna», come dice il sindaco Leoluca Orlando.
Ma restano a inquietare le immagini del manifesto bruciato e quel busto a terra, la testa mozzata, lanciata nella notte come un ariete contro la vetrata che sovrasta il portone d’ingresso della scuola dello Zen. Ultima orribile incursione di una escalation mai interrotta nonostante le rassicurazioni di sindaco, forze di polizia e ministri arrivati ogni volta il giorno dopo per sostenere preside e professori. L’ultima offesa con il vilipendio alla statua di Falcone scatta dopo che negli anni sono stati divelti i canestri della palestra, rotte le finestre, distrutti i sanitari, rubati computer e attrezzi, appiccato il fuoco alle aule dell’ala riservata alla scuola materna.
Un crescendo che inquieta la dirigente dell’istituto, Daniela Lo Verde: «Escludo che siano stati i miei alunni, impegnati come siamo in un percorso di cultura della legalità e della bellezza. Ma forse chi odia la correttezza ha voluto ricordare che ci sono anche i nemici della legalità, mentre l’anniversario della strage di via D’Amelio è vicino».
Richiamo sconfortato davanti al busto rovesciato per terra con la dicitura un paio di anni fa scoperta fra gli applausi: «Onore ai martiri per la civiltà». Rimbalzano qui le solidarietà eccellenti. A cominciare dal premier Paolo Gentiloni che parla di «una misera esibizione di vigliaccheria», in sintonia con il presidente del Senato Piero Grasso: «Se fosse un avvertimento mafioso sarebbe una prova di debolezza, non di forza. Se invece si trattasse del gesto di una banda di vandali sarebbe l’ulteriore conferma che dobbiamo ripartire dalla scuola... per prevenire questo tipo di comportamenti». Un impegno auspicato da un fronte ampio, da Rosy Bindi a Mariastella Gelmini. Con il ripristino della statua, garantendo però «un presidio adeguato». Promesso cento volte in passato.