Corriere della Sera, 11 luglio 2017
L’ex premier non recede: «Lo facciamo lo stesso anche se ci dicono di no. Convinceremo i mercati»
ROMA «L’Europa non vuole? E noi lo facciamo lo stesso»: Matteo Renzi non recede dalle sue posizioni. Non si sente «isolato»: ritiene che la Ue nella parte della «guardiana cattiva» venga vissuta con insofferenza dagli stessi europei.
«L’analisi corretta», secondo il leader del Partito democratico, «è quella che fa Padoan», il quale sostiene che quello sul deficit al 2,9 è un discorso da fare nella prossima legislatura. Renzi è d’accordo: «Perché una roba del genere può riuscire a portarla a termine solo un governo che abbia un mandato ampio e non un governo come questo che ha cinque, sei mesi davanti a sé». Ed è proprio perché l’attuale è un esecutivo a tempo, spiega l’ex premier, che «preferiscono Gentiloni a me in Europa». Non è «una critica a Paolo», si affretta a precisare, ma la constatazione del fatto che all’Europa conviene trattare con un governo a termine «perché non vuole concedere niente all’Italia».
«Del resto – aggiunge Renzi – era questa la ragione per cui io ero favorevole alle elezioni anticipate. Quello che si riesce a ottenere dall’Europa dipende dalla forza dei leader. Infatti io ho ottenuto flessibilità dopo che ho preso più del 40 per cento alle elezioni europee».
Dunque, il segretario non è rimasto sorpreso per la reazione della Ue alla sua proposta: «Il fatto che non entusiasmi l’Europa è perfettamente normale».
Ma il tema, comunque, a suo giudizio si pone. Eccome se si pone. Renzi ne parla con i più stretti collaboratori: «Nessuno ha il potere unilaterale di impedire che se ne discuta perché non esiste un potere di veto sulle proposte economiche che un partito fa per il proprio Paese». E quindi, ripete Renzi, «se l’Europa non vuole, noi lo facciamo lo stesso».
Già perché secondo il segretario il vero ostacolo da superare non è tanto la Ue, quanto i mercati: «Bisogna convincerli», sottolinea. Ma come riuscire nell’impresa?. Il segretario del Pd non sembra scoraggiarsi. La sua proposta sul deficit al 2,9, d’altra parte, non è un’improvvisazione, un «escamotage» per far parlare del libro o per avere un tema da spendere in campagna elettorale. Sono mesi che Renzi ci rimugina sopra. «Per convincere i mercati – afferma – noi dobbiamo abbattere il nostro debito perché è quello il nostro vero problema».
Solo così, secondo Renzi, «i mercati daranno una risposta positiva». «E a quel punto – aggiunge – sarà automatico e immediato che l’ Europa ti dica di sì».
Insomma, l’idea di Renzi è di far trovare la Ue di fronte a una strada obbligata. «La nostra debolezza – prosegue il segretario – non è il deficit, visto che Francia e Spagna stanno messe peggio di noi». E a Bersani che lo critica, replica con un secco «quello che dice è allucinante». Ma, nonostante tutto, è un «bene», secondo Renzi, «che si parli di contenuti e non di bagattelle come è avvenuto finora».