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 2017  luglio 11 Martedì calendario

Fiscal compact: domande e risposte

CHE COS’È IL FISCAL COMPACT?
 Il patto di bilancio europeo è un accordo sottoscritto da 25 Paesi membri dell’Unione Europea, che vincola le parti contraenti a rispettare una serie di regole per il contenimento del disavanzo pubblico, la riduzione del debito e il conseguimento del pareggio di bilancio. È entrato in vigore il 1° gennaio 2013.
COSA STABILISCE A PROPOSITO DEL DEFICIT?
Prevede l’obbligo di non superare la soglia di deficit strutturale (quindi non legato a emergenze, a circostanze momentanee) superiore allo 0,5% del Pil (e superiore all’1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del Pil) e di mantenere sempre in ogni caso il deficit al di sotto del 3% del Prodotto Interno Lordo (obbligo che era già previsto dal Trattato di Maastricht).
COSA HA PROPOSTO MATTEO RENZI?
Renzi propone un ritorno alle regole di Maastricht, cioè di mantenere il rapporto deficit/Pil per l’Italia al 2,9% per cinque anni (si tratterebbe dunque di un deficit strutturale).
COSA NE GUADAGNEREMMO?
Renzi propone di avviare un percorso di 5 anni che porti a una riduzione di 30 miliardi delle tasse “per le famiglie con figli, artigiani, commercianti, piccoli e medi imprenditori e per chi non ce la fa”. In questo modo, sostiene, ripartirebbe anche la crescita, che potrebbe raggiungere anche il 2% annuo. 
È POSSIBILE DECIDERE UNILATERALMENTE DI DISAPPLICARE LE REGOLE UE? 
No, l’Italia verrebbe sottoposta a sanzioni in assenza di un accordo e di uno specifico via libera da parte di Bruxelles. Ma è difficile che un via libera arrivi per una deroga strutturale alle norme di bilancio, anche perché Renzi propone di aumentare la spesa pubblica, mentre da tempo all’Italia si chiede di tagliarla. 
CI SONO ALTRI PAESI CONTRARI ALL’APPLICAZIONE DEL FISCAL COMPACT?
Diversi Paesi vorrebbero un allentamento delle regole. Nel corso dell’ultima crisi si è sviluppato un acceso dibattito sull’austerity, cioè sull’eccesso di rigore nei conti pubblici che porta a una contrazione della spesa: non tutti ritengono che sia la via giusta. Molti politici ed economisti sono favorevoli a una spesa in deficit, purché si traduca in una maggiore crescita.