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 2017  luglio 11 Martedì calendario

Germania, accelera la corsa dell’export

BERLINO Un balzo oltre le più rosee attese: le esportazioni tedesche sono salite a maggio del 14,1 per cento rispetto a un anno fa, secondo quanto reso noto dall’Ufficio federale statistico di Wiesbaden. Ed è la prima volta in undici anni che il trend positivo resiste per il quinto mese mesi consecutivo. Peraltro, non è un boom dovuto soltanto all’euro debole, ma anche alla ripresa che si sta irrobustendo nel resto del Vecchio continente. L’export verso il resto dell’eurozona è aumentato infatti del 13,4 per cento, sempre su base tendenziale. Anche rispetto al mese precedente, il dato di maggio ha sorpreso gli analisti: è salito dell’1,4 per cento contro le attese di un più 0,3. In sostanza l surplus commerciale della Germania si è ampliato a 20,3 miliardi di euro a maggio (dato destagionalizzato) dai 19,8 di aprile.
Certo, la moneta unica ai minimi ha giocato la sua parte da leone nel exploit: il traino del resto del mondo ha garantito un incremento del 17,3 per cento su anno delle esportazioni di maggio. Al contrario, pesa sul boom «la Brexit e la debolezza congiunturale del Sudamerica» ha spiegato Kevin Heidenreich, esperto di export della Camera di commercio e dell’industria tedesca DIHK. I flussi verso i Paesi europei non-euro sono saliti “solo” del 9,2 per cento. Per l’analista, comunque, «la Cina e il Nordamerica stanno crescendo stabilmente. E l’eurozona è in un trend positivo».
Il boom è destinato a rinfocolare le polemiche sull’eccesso di avanzo commerciale della prima economia europea. Anche se le importazioni sono aumentate dell’1,2 per cento rispetto al mese precedente e per il terzo mese consecutivo, il balzo significa che lo scarto tra beni importati ed esportati continua ad essere di circa venti miliardi di euro: un’enormità. In ogni caso, come osserva Carsten Brzeski, analista di ING, «l’economia tedesca ha ripreso a correre a pieni motori «, ma il futuro potrebbe essere leggermente meno roseo, proprio per le dinamiche della Bce chieste a gran voce dai politici e dai banchieri centrali del Nordeuropa, cioè per l’uscita dal periodo emergenziale. L’annuncio dell’uscita dal quantitative easing e la definizione di un orizzonte in cui si potrebbe profilare un rialzo dei tassi di interesse si potrebbe ripercuotere, nei prossimi mesi, sull’andamento del cambio. Intanto, sottolinea Thomas Gitzel, di VP Bank, «l’avanzo commerciale continua a gonfiarsi e rischia di irritare di nuovo gli Usa».