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 2017  luglio 11 Martedì calendario

Aiutiamolo a casa sua

Michela Aloigi, madre di Matteo, raccoglie i fondi necessari e fa installare nel parco di Imperia un’altalena per bimbi in sedia a rotelle come il suo. Peccato che in Italia le belle idee vengano sempre logorate dall’uso. Anche gli altri bambini vogliono salire sull’altalena speciale e giorno dopo giorno la distruggono, mentre i loro genitori si guardano bene dall’alzare la testa dal telefonino per insegnare ai figli il rispetto di un bene della comunità, tanto più se destinato a coetanei meno fortunati. Solo quando l’altalena comincia a perdere i pezzi, padri e madri si preoccupano per i bambini (i propri, ovviamente) e strillano al Comune di sigillarla. Ma così a strillare è la madre di Matteo. Accusa gli altri genitori di essersene infischiati di suo figlio, che dopo avere assaporato la gioia di dondolare nell’aria è costretto a languire in casa. La soluzione suggerita dal manuale del perfetto italiano sarebbe di dare la colpa al sindaco e sentirsi tutti delle vittime, ma stavolta è più difficile, perché quello di Imperia intende aggiustare al più presto l’altalena della discordia e proteggerla con una rete. Oggi per garantire una libertà bisogna recintarla.
Senza neanche, per una volta, il paravento della politica, da quel parco giochi emerge un’istantanea nitida della meravigliosa società civile. Una miriade di clan familisti, ciascuno dei quali nutre un profondo interesse per il proprio ombelico e altrettanto disinteresse per quello degli altri, con i quali condivide unicamente la diffidenza mista a disprezzo verso la tribù comune, lo Stato.