Il Messaggero, 11 luglio 2017
Nubi rosse e nebbia di giorno al mare, così la bolla di umidità cambia il clima
ROMA Fitte coltri di nebbia in spiaggia, capaci per alcune ore, di oscurare letteralmente il sole. Così dense da ridurre sensibilmente la visibilità e spingere molti a temere per vicini incendi, come è accaduto sul litorale tra Ladispoli e Ostia, nei dintorni di Roma. Moria di pesci in alcuni tratti di mare. Ma, per paradosso, lo splendore di notti tanto limpide da rendere visibile il fenomeno, decisamente raro in Italia, delle nubi nottilucenti – dalla luminescenza bianco latte – registrato dall’Osservatorio Astronomico Schiaparelli di Varese per la prima volta in cinquant’anni di storia dell’Istituto. Non una presenza sulla zona, probabilmente si trovavano sopra la Svezia, ma ben visibile. Senza dimenticare le grandinate violente, con chicchi di dimensioni record, i forti ma brevi temporali – inefficaci contro la siccità – e perfino le tempeste di fulmini, che hanno colpito il Nord, nel bellunese e in Alto Adige. L’afa, il caldo intenso, l’umidità straordinaria, la nebbia sul mare, ma anche, al contrario le bombe d’acqua che nelle ultimissime ore hanno investito il Paese sono gli effetti di un’estate molto complessa dal punto di vista meteorologico, con temperature – incluse quelle dei mari – ben più alte della media stagionale.
L’ALLERTA
Attenzione, però, la sorpresa di determinate manifestazioni meteo, infatti, è, una sorta di allerta. Le cause sono da ricercare in più profondi mutamenti climatici. «In questi ultimi giorni – spiega Bernardo Gozzini, direttore Lamma-Istituto Biometeorologia Cnr – il Paese è stato interessato da una massa di aria calda molto umida spinta da venti meridionali, che passando su alcuni tratti di mare più freddo, come quello di Ostia, ha determinato la nebbia. Eravamo abituati a estati con venti da Ovest e Sud Ovest. Nelle ultime, invece, sono arrivati dall’Africa, recuperando umidità sopra tutto il Mediterraneo e rendendo il clima afoso». La nebbia che, in passato, si poteva vedere talvolta agli inizi di giugno e al Nord, quindi ora si vede anche al Centro e nel cuore della stagione. Un cambiamento da monitorare. «È un fenomeno da studiare e valutare, perché nei prossimi anni la sua frequenza potrebbe aumentare».
LE ACQUE
Intanto, mentre il termometro sale, cresce pure la temperatura del mare. «Il mare si sta scaldando. In queste ore la sua temperatura in superficie è di 25/26 gradi – prosegue – ossia più alta di 1 o 1,5 gradi rispetto alla media di stagione. Un aumento tutt’altro che banale, determinato dal mese di giugno molto caldo. In alcuni tratti, la scarsità di ossigeno nelle acque può aver determinato la moria di pesci» Le previsioni annunciano una settimana con un poco più di respiro, tornando a segnalare possibili ondate di calore dopo il 20 luglio. Il problema di quest’estate afosa e soprattutto asciutta, però, si aggrava di giorno in giorno. «Negli ultimi venti anni, abbiamo assistito ogni cinque, a una forte siccità che ha interessato l’intera Penisola, non a caso l’ultima risale al 2012. Sta diventando un fenomeno di routine con cui fare i conti. Quest’anno, sono mancate completamente le nevicate sull’arco alpino, e se si eccettuano Abruzzo e Marche con le tragedie che conosciamo, anche sull’Appennino. Inoltre non piove praticamente da fine novembre. L’agricoltura sta soffrendo. Basta vedere il livello del Po per rendersi conto della gravità della situazione. E siamo solo agli inizi di luglio». Legati all’afa pure l’arrossamento delle nubi in alcune località e la presenza di addensamenti di nuvole davanti al sole che, invece di dare refrigerio, rendono la sensazione di caldo ancora più pesante. «Il 2017 si annuncia il secondo anno più caldo degli ultimi 150, dopo quello, record, del 2003 – conclude Gozzini – Il trend è evidente. Il contenimento delle temperature, previsto dagli accordi di Parigi, non sta avvenendo. Anzi».