
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
A luglio saranno trent’anni dalla fondazione di Arcigola, cellula generatrice di quella cosa enorme che è Slow Food. Cominciano ad apparire pezzi celebrativi. Stefano Rodotà ha scritto un articolo per sostenere che il diritto al cibo «buono, pulito e giusto» - la formula di Slow Food - dovrebbe essere inserito in Costituzione. Carlìn Petrini, intervistato, ricorda i giorni della fondazione («non erano quattro amici al bar, ma cinquanta amici in cantina»). Si preparano poi libri e manifestazioni.
• Già, Slow Food. Senza pensarci troppo, direi che è quel movimento che ci spinge a mangiare le cose di casa nostra, a evitare le insalate depresse nelle bustine di plastica e i cibi alla McDonald...
Nell’immaginario collettivo s’è solidificata la convinzione che il movimento nacque per l’indignazione provocata dall’apertura di un McDonald in piazza di Spagna a Roma, evento la cui ricorrenza trentennale risale al 20 marzo scorso. La storia non è vera, ma coglie un punto: lo scontro politico tra destra e sinistra, tra capitalismo e comunismo, man mano che il paese cresceva e s’arricchiva, si trasferiva, dal terreno storico dello scontro di classe e dei modelli di produzione, alle questioni relative agli stili di vita. Dieci anni dopo, Gaber farà la lista: la doccia è di sinistra, la vasca è di destra, i jeans sono di sinistra, le giacche di destra, la patata è di sinistra ma «spappolata nel purè è di destra». Nella canzone ci sono altri riferimenti al cibo: «il culatello è di destra, la mortadella di sinistra, la cioccolata svizzera è di destra, la nutella è di sinistra».... Nanni Moretti (sinistra) aveva già fatto l’elogio della Nutella e Carlìn Petrini, partendo dall’Arcigola, aveva creato nel 1989 Slow Food, evidentemente contrapposto ai fast-food di McDonald. Quindi la leggenda del McDonald, pur essendo falsa, ha un suo contenuto di verità. Contenuto riconfermato dalle ricostruzioni storiche di questi giorni, per esempio il bel libro di Alberto Capatti Storia della cucina italiana
(Guido Tommasi Editore, il racconto prende le mosse dal 1944). In due parole: la ghiottoneria era un tempo esclusivo esercizio dei ricchi e dei gran borghesi, da Pellegrino Artusi a Mario Soldati, dal duca Alberto Denti di Pirajno al grande giornalista Orio Vergani, l’Accademia della Cucina (1953) era un gran «consesso di liberali e industriali» (Camillo Langone). Ma il Pci voleva entrare dappertutto e aveva questa struttura parallela, che si chiamava Arci e si proponeva di organizzare il tempo libero dei militanti, invadendo possibilmente tutti i campi relativi. Nello stesso anno in cui si fonda la sotto-struttura dell’Arcigola, il manifesto edita ogni settimana il supplemento Gambero rosso, nel 1989 nasce Slow Food, che diventa presto una multinazionale e si rafforza poi con le manifestazioni di Torino, vale a dire il Salone del Gusto e Terra Madre, e con la nascita dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, dietro a Bra, dove Carlìn Petrini è nato. Il risultato di tutto questo è la nascita di un modo di essere di sinistra anche a tavola, modo che si contrappone a un modo di essere, persino a tavola, di destra. È in realtà una trasformazione del vecchio confronto tra capitalismo e comunismo. Adesso sarebbero in campo, armati uno contro l’altro, la grande industria, quella delle produzioni di massa e della difesa degli ogm, e i piccoli produttori, che badano, o baderebbero, alla qualità e alla conservazione dei valori e dei sapori, vale a dire, in definitiva, la fredda logica dei bilanci contro le emozioni delle passioni.
• E in tutto questo Carlìn Petrini...?
Straordinario organizzatore-filosofo, ma anche ammirevole furbone. È nato nel 1949, non si è mai sposato, vive con la sorella (che cucina), ha la passione e il verbo dei visionari, dunque è un leader politico nato, ma non di quelli che vanno in parlamento. A me ricorda Gandhi. E ha cambiato senz’altro la nostra percezione del problema. Se abbiamo una cultura del cibo - lasci stare che questa cultura del cibo sia poi finita per trasformarsi in show televisivo - lo dobbiamo a lui. A Terra Madre arrivano migliaia di contadini da tutto il globo per raccontarci quello che fanno. Il Salone del Gusto è un evento mondiale.
• In che consiste la furberia?
Essendo stato santificato in guru, Carlìn ha il potere di firma, può cioè da solo stabilire che cosa è giusto e che cosa è sbagliato. I cardini della sua predicazione, oggi, sono il chilometro zero (mangiare ciò che è cresciuto dalle nostre parti), «il cibo è prodotto oggi per essere venduto, non per essere gustato», «la biodiversità è il cuore pulsante di Terra Madre, soggetto politico che esprime una poetica e un’estetica che sono la celebrazione dell’umanità». Poi: lotta ai cibi fuori stagione, «il valore del cibo è diverso dal suo prezzo», eccetera. Parenti stretti: quelli della decrescita.
• Lei ce l’ha sulle scatole?
Per niente. C’è una zona utopica, in tutto quello che Petrini dice o scrive, di cui abbiamo bisogno. Assurgendo a profeta mondiale, Petrini ha poi fatto anche bene al Paese, confermando al mondo che il primato, filosofico e materiale, del cibo è degli italiani.
• E allora?
No, voglio solo ricordare che non si potrà sfamare l’umanità intera col lardo di Colonnata, cioè a colpi di prodotti tipici. E che la guerra dichiarata agli ogm oggi fa sorridere. Anche per la Nutella, che Gaber metteva a sinistra, si dovrà ricordare che le nocciole vengono dalla Turchia, il cacao dalla Nigeria, lo zucchero dal Brasile, la vaniglina dalla Francia, l’olio di palma dalla Malesia... Povero chilometro zero, è il trionfo della globalizzazione. Voglio dire: abbiamo un dannato bisogno dello Slow Food. Ma come pensare di poter fare a meno del Fast Food?
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