D, la Repubblica 16/4/2016, 16 aprile 2016
MATRIMONIO O CONVIVENZA?
Legati da un vincolo legale o religioso, oppure liberamente insieme per molti anni, l’importante è vivere fianco a fianco. La forma giuridica del legame non sembra avere ripercussioni sulla salute fisica e mentale dei conviventi. È il legame romantico a fare la differenza con chi invece rimane single. Lo hanno dimostrato i ricercatori del College of Human Ecology della Cornell University, studiando più di 2.700 single per un periodo di 6 anni a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta. Nel corso dello studio, 900 di queste si sono sposate o sono andate a coabitare, e dalle analisi svolte sono proprio queste le persone che denunciano un maggior livello di felicità e minore di depressione. Un effetto, però, che all’inizio è molto evidente, mentre con il tempo tende a svanire. Forse a causa dell’isolamento da parenti e amici. «Non vogliamo dire che il matrimonio non abbia valore, per alcuni è anzi una fonte importante di felicità», spiegano i ricercatori. «Ma non possiamo pensare che sia la soluzione a tutti i problemi, o che sia migliore di altre forme di convivenza».