Corriere della Sera, 16 aprile 2016
La Merkel manda a processo il comico che ha preso in giro Erdogan
«Nelle mani di Erdogan». Così titolava ieri il popolare quotidiano Bild dopo che la cancelliera, a sorpresa, aveva autorizzato l’incriminazione del comico Jan Boehmermann, reo di aver letto in tv un poema satirico che aveva mandato su tutte le furie il presidente turco Erdogan. Una decisione che ha fatto gridare allo scandalo molte persone in Europa e in Germania. La stessa coalizione di governo si è spaccata accusando la cancelliera di non difendere la libertà di espressione e di essere ricattata dalla Turchia per la questione dei profughi.
La legge tedesca prevede il reato di diffamazione di capi di Stato stranieri con pene fino a tre anni di carcere. La norma è antiquata, risale al codice penale stilato nel 1871, anche se allora si riferiva solo ai monarchi. Negli ultimi anni è stata usata raramente e Merkel si è affrettata a sottolineare l’intenzione di abrogarla nel 2018. Un annuncio che non ha frenato la polemica.
Boehmermann, 35 anni, è noto per la sua satira pungente che spesso sconfina nella volgarità. L’anno scorso aveva manipolato un video in cui sembrava che l’allora ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, mostrasse il dito medio ai tedeschi. Ma in Europa tali provocazioni non sono una novità; basti pensare alle vignette apparse su Charlie Hebdo o sul giornale danese Jyllands Posten che fecero infuriare il mondo islamico. «La libertà di opinione, di stampa e di arte devono avere la più alta protezione nella nostra Costituzione – ha detto ieri il ministro della Giustizia, socialdemocratico, Heiko Mass —. L’idea di lesa maestà non può esistere nel nostro codice». «L’autorizzazione non doveva essere data» ha aggiunto il ministro degli Esteri Frank-Walker Steinmeier. E anche la Federazione tedesca dei giornalisti ha detto che l’annuncio di Merkel «dava il segnale sbagliato al governo turco».
Lo show incriminato è andato in onda sulla tv pubblica Zdf il 31 marzo ed è stato rimosso dal sito internet dopo le proteste di Ankara. Boehmermann, che ora vive sotto scorta, aveva letto la poesia dicendo «di voler mostrare cosa non è permesso in Germania». Un riferimento alla canzone su Erdogan trasmessa qualche giorno prima da un altro canale che aveva molto indispettito il Paese della mezzaluna. Il comico è voluto andare oltre e ha decritto il leader turco con crudi riferimenti sessuali. Un’offesa impossibile da tollerare per il «sultano» di Ankara che nel suo Paese ha già denunciato per diffamazione duemila persone fra un cui un ragazzino di 13 anni.
Politicamente la decisione della cancelliera viene letta come il segno di una sudditanza verso il governo turco. Sabato prossimo, il 23 aprile, Merkel si recherà a Gaziantep, nel Sud est del Paese, insieme al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk per fare il punto con le autorità locali sull’applicazione dell’accordo bilaterale sui migranti. «È Erdogan a condurre la danza – è l’analisi sul sito della Bbc di Mark Lowen —. Improvvisamente la Turchia è fondamentale per fermare il flusso migratorio verso l’Europa e lei si deve muovere con cautela».
Il caso potrebbe non essere l’unico; in Austria il quotidiano Oesterreich è stato denunciato da un’associazione turca all’autorità che vigila sui media per aver pubblicato parti della poesia di Boehmermann. Se le denunce aumenteranno a macchia d’olio cosa farà l’Europa?