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 2016  aprile 16 Sabato calendario

La casa del Gattopardo chiude per 50 centesimi

La casa del Gattopardo chiude per cinquanta centesimi di euro non trovati da un funzionario pirandelliano. Sarà sbarrato per mala burocrazia, infatti, il portone di Villa Piccolo, un gioiello inestimabile trattato dalla Regione Siciliana come fosse un cumulo di macerie senza alcun significato. Ma Villa Piccolo – museo e venti ettari di parco a Capo d’Orlando, chilometro 119 della strada statale 113 tra Messina e Palermo – è stata, dall’inizio del Novecento, la dimora dei fratelli Lucio, poeta, Casimiro, acquarellista, e Agata, appassionata di botanica. E Villa Piccolo è, soprattutto, il luogo dove, nelle frequenti visite agli adorati cugini, Giuseppe Tomasi di Lampedusa scrisse Il Gattopardo, inarrivabile capolavoro sulla Sicilia e sull’Italia corrotte e immutabili nonostante le rottamazioni, in realtà compiute perché nulla cambi.
L’avvocato Giuseppe Benedetto, dal 2013 presidente della Fondazione Piccolo, oggi annuncia le dimissioni, insieme agli altri membri del consiglio d’amministrazione, e la chiusura della Villa: “È tutto finito, metteremo i lucchetti ai cancelli, ma che sia un atto d’accusa nei confronti della demenziale burocrazia regionale, unita all’incapacità e al disinteresse della classe politica siciliana”.
Ma qual è il casus belli? Una questione di grigi burocrati e di cinquanta centesimi che fra una scrivania impolverata e l’altra non tornano all’appello. “La Fondazione Piccolo – spiega l’avvocato Benedetto – non ha ottenuto quanto dovuto dalla Regione Siciliana per poter proseguire il nostro impegno di gestione della Villa, in forza di una convenzione regolarmente sottoscritta tra le parti”.
 
La mostra a Taormina e il Carapezza
Dal 2 aprile al 30 novembre 2015 gli acquerelli di Casimiro Piccolo sono stati esposti nella straordinaria cornice del Teatro antico di Taormina. Una mostra di rilievo internazionale per la quale l’accordo tra Fondazione Piccolo e Regione Siciliana era molto semplice: del costo di 10 euro per l’ingresso al Teatro e alla mostra, un euro sarebbe stato destinato alla Fondazione. Dopo quattro mesi agli amministratori di Villa Piccolo non sono arrivati ancora neppure gli spiccioli.
Com’è possibile? “Noi abbiamo sollecitato questi pagamenti – spiega ancora Benedetto – perché la Regione i soldi li ha incassati e continuare a curare venti ettari di parco e la casa museo, con un solo dipendente e una persona a mezza giornata per pulire, è impossibile. La Fondazione è indebitata, una piccola cifra a fronte del patrimonio che gestisce, circa 400 mila euro, ma mi rifiuto di andare avanti così e con me il resto del cda. Almeno i soldi che ci spettano di diritto… sa cos’è accaduto? Ricevo la telefonata di un funzionario…”. Il funzionario in questione è il dirigente del servizio promozione della Regione Siciliana, Enrico Carapezza.
“Il Carapezza mi dice – riprende Benedetto – che tra la sua ragioneria e quella centrale della Regione c’è una differenza nei conteggi, che su quella cifra di circa 180 mila euro non gli tornano cinquanta centesimi. È che, fino a quando non conteranno per bene, moneta dopo moneta, banconota dopo banconota, suppongo, non potranno sbloccare il pagamento”. L’importanza di Villa Piccolo nella storia di Tomasi di Lampedusa, che proprio qui ha scritto gran parte del Gattopardo e dei Racconti, è stato testimoniato dal figlio adottivo dello scrittore, Gioacchino Lanza Tomasi: “Al primo posto nel suo cuore stava Capo d’Orlando, residenza dei cugini Piccolo”. E lo stesso Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che qui ha seppellito il suo cane Crab, scrive ai cugini un mese prima di morire, nel giugno 1957, di amare quella dimora e di desiderare di trovarsi nella sua stanza, proprio dove oggi questa lettera è custodita in una teca.
 
Il “principe di Salina” e la finestra sull’isola
“Quando sono entrato in questa stanza da presidente della Fondazione per la prima volta nel 2013 – racconta emozionato l’avvocato Benedetto – mi sono reso conto, guardando il panorama dalla finestra, che mi trovavo d’innanzi a un perfetto quadro raffigurante la sola Isola di Salina, il blu del mare e l’azzurro del cielo. Questo vedeva Giuseppe Tomasi quando soggiornava qui a Villa Piccolo. Ho fatto una supposizione e mi sono rivolto a diversi studiosi, tra cui Franco Valenti”, che nel 2000 aveva già ipotizzato la stessa cosa ne I misteri del Gattopardo: il protagonista del romanzo, don Fabrizio Corbera, è principe di Salina grazie alla finestra di Villa Piccolo sull’isola. Adesso anche queste imposte rischiano di essere sbarrate per sempre.