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 2016  aprile 16 Sabato calendario

Irma Testa, la farfalla del ring

Irma Testa, la ragazzina campana di Torre Annunziata, è la prima donna italiana a ottenere il pass olimpico nel pugilato che ai Giochi, al femminile, è presente per la seconda volta. A Samsun, in Turchia, la diciottenne azzurra nella semifinale del torneo di qualificazione olimpica ha battuto la bulgara Staneva per 2-1 facendo suo uno dei due posti per Rio indipendentemente dall’esito della finale di oggi. Irma ha tutto per essere protagonista sul ring ma anche fuori dal quadrato: ha un fisico da modella (è alta un metro e 73), è spigliata, ha voglia di emergere. «Il pugilato adesso è soprattutto donna – spiega – e sapete perché? Perché gli uomini non hanno la determinazione, l’aggressività e la capacità di sopportare il dolore come noi donne». Il ring è affare di famiglia per la giovane Irma che prima di cimentarsi con i guantoni ha fatto un po’ di tutto, volley, nuoto, danza classica e hip hop, pattinaggio a rotelle e ginnastica artistica. «Ho seguito mia sorella Lucia, più grande di me, in palestra alla Boxe Vesuviana – ricorda – che si allenava. La vedevo appassionata e mi sono detta: voglio provare anch’io per vedere com’è e cosa ti da la boxe». È stato subito amore e anche se Lucia era più brava (si è ritirata nel 2013) le qualità di Irma sono emerse rapidamente. Dopo i primi risultati qualche resistenza in casa, di mamma in particolare, è svanita. Adesso i genitori sono i primi tifosi.
L’ESORDIO A 14 ANNI
Il primo match nel 2011, a 14 anni. «Sono diventata campionessa italiana juniores nei pesi mosca e da allora non mi sono fermata». A diciotto anni la bacheca di Irma Testa è già ricca: bronzo ai campione europei del 2012, argento ai campionati dell’Unione Europea l’anno successivo, argento ai Mondiali Youth e ai Giochi olimpici giovanili di Nanchino nel 2014 battuta dalla cinese Chang Yuan nella categoria dei 51 kg (adesso combatte nei 60 kg), oro ai Mondiali junior di Taipei lo scorso anno dove è stata giudicata la miglior pugile del torneo. «Una bella soddisfazione», dice con soddisfazione. Adesso Rio non è più un sogno per Irma. «Cercherò di fare meglio del risultato di Nanchino», dice dalla Turchia l’azzurra senza imbarazzo aspettando la finale di quest’oggi. Lei è “The Butterfly”, come l’ha definita il suo primo coach, Zurlo. «Sì, farfalla perché sul ring sono molto mobile, mi muovo da impazzire, svolazzo su e giù». E una farfalla ce l’ha tatuata. «Una farfalla come Ali (Cassius Clay, ndr), una farfalla che punge come un’ape – dice – e così mi piacerebbe essere».
UN FUTURO NELLA MOBILE
I tacchi a spillo non fanno per lei – preferisce un look sportivo – anche se qualche volta li indossa, come l’abito elegante. Lo ha fatto per le riprese dello spot della Federboxe, «Provaci con me» girato contro la violenza sulle donne. Il futuro non sarà nella moda. «Credo di essere nata per fare la poliziotta o entrare in magistratura – osserva la pugile che adesso è tesserata per le Fiamme Oro – Mi piacerebbe entrare nei Nocs o nella Squadra Mobile». Intanto ha lasciato casa per trasferirsi ad Assisi dove si allena al Centro federale seguita dal cittì Emanuele Renzini e Laura Tosti. «Non mi pesa, torno a casa nei fine settimana e continuo a studiare: frequento il terzo anno di ragioneria».
MANGIACAPRE E VALENTINO
I suoi idoli sono i suoi corregionali Vincenzo Mangiacapre (che ieri ha staccato anche lui in Turchia il pass per Rio) e Valentino. «Anche se loro fanno una boxe diversa dalla mia, molto più tecnica», osserva, mentre sa poco di Stefania Bianchini e Simona Galassi, le professioniste del nostro pugilato. «Non le conosco molto: sono attratta dai dilettanti». E, parlando di professionismo, Irma ha un’idea sul perché la boxe in Italia ora è in ombra. «Credo che il guaio sia il troppo calcio in televisione: calcio, calcio, calcio. Eppure il pugilato è tra i primi sport olimpici». Il calcio, però, lo segue. «Tifo per la Juventus, impazzivo per Vidal. La Juve? Sì, perché in casa sono tutti bianconeri».