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 2011  marzo 22 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

I raid sulla Libia sono continuati, anche se si ha l’impressione che la coalizione stia frenando. Non ci sono notizie di altri missili scagliati contro le coste, i francesi si sono alzati in volo ma non sembra che abbiano bombardato, idem i danesi e gli italiani che hanno fatto decollare due F16, poi un elicottero e infine tre Tornado. Destinazione e obiettivi ignoti. I nostri piloti che hanno volato sulla Libia l’altra sera, nella prima missione, non hanno sganciato nessun ordigno: «I nostri aerei hanno operato nei pressi di Bengasi» ha detto il comandante Gabetta «sentiamo la responsabilità nei confronti di tutti i cittadini italiani e la volontà di aiutare la popolazione libica. L’operazione condotta dai nostri velivoli è servita a sopprimere le difese aeree avversarie. È stata condotta positivamente e i nostri ragazzi sono tornati a casa». I ribelli, attraverso i loro portavoce, hanno ringraziato gli occidentali per i loro interventi, ma ribadito che non chiedono e non vogliono interventi a terra. In altri termini: nessuno deve occupare la Libia.

E Gheddafi?
Sta rintanato nel suo bunker, dove ha invitato un gruppo di ambasciatori e di giornalisti. La visita è servita a confermare che gli Alleati hanno bombardato la residenza di Bab-al-Azizya: gli ospiti hanno visto le macerie e i rottami dei missili. La televisione ha raccontato che l’operazione «è stata condotta dalle forze di aggressione del crociato colonialista». Il Raiss non ha cessato il fuoco: la tv al Jazeera sostiene che per diverse ore è stata bombardata Zintan. Parecchi civili sarebbero stati portati a Misurata per formare uno scudo umano che freni le incursioni degli aerei nemici. Sempre a Misurata, le truppe lealiste avrebbero sparato sulla folla. Gheddafi ha lanciato un appello perché si organizzi una marcia di civili fino a Bengasi, ognuno stringendo in pugno un ramoscello d’ulivo. Decine di tribù mostrerebbo in questo modo l’indole pacifica del colonnello e toglierebbero ogni pretesto «ai nemici che attaccano la Libia e cercano di impadronirsi delle sue risorse». Ieri mattina s’era anche sparsa la voce della morte di Khamis Gheddafi, sesto figlio del colonnello e comandante della 32ma brigata: l’avrebbe ucciso un pilota passato dall’altra parte, sparandogli giovedì scorso nel centro di Tripoli. La notizia è stata subito smentita. In definitiva, ieri la capitale è apparsa tranquilla: negozi aperti, traffico sostenuto. Come nella prima fase della rivolta, il colonnello sta fermo con l’aria di sapere che il tempo gioca per lui.

Com’è possibile?
Potrebbe essere vero. Gli Alleati appaiono parecchio divisi. Ieri è esplosa la questione della catena di comando: Berlusconi ha detto chiaramente che «il comando delle operazioni in Libia deve tornare alla Nato». Frattini ha reso questa posizione ancora più dura: «Se non sarà possibile un passaggio dell’azione militare in Libia sotto il controllo e il coordinamento Nato, dovremo riflettere sul modo per assumere il controllo delle nostre basi», frase contorta che significa: se non arriva la Nato, le basi ve le leviamo. È la stessa linea degli americani e degli inglesi, ma non è la linea di Sarkozy. Il presidente francese vuole che continui ad operare la coalizione, sotto la guida anglo-francese (gli americani, in ogni caso, resteranno defilati in seconda linea).

Perché?
Deve aver calcolato che l’attivismo bellico porta voti, e forse vuole mantenere una posizione preminente per avere più voce in capitolo dopo, quando si tratterà di decidere che fare della Libia senza Gheddafi. Berlusconi invece ha il problema di Bossi, che ha condannato l’attacco: Lega e Pdl supereranno la difficoltà preparando un documento comune. Il Cav deve aver anche percepito che agli italiani la guerra non risulta poi così convincente. Del resto, l’attacco a Gheddafi nega tutta la politica estera seguita finora: con la Libia e con Putin, che l’intervento lo ha condannato. A proposito, se si deve credere alle dichiarazioni, anche il vertice russo è spaccato.

Chi osa opporsi a Putin?
Il presidente Medvedev. In mattinata Putin aveva paragonato la risoluzione dell’Onu a una crociata. Nel pomeriggio Medvedev ha definito “inaccettabile” l’uso della parola “crociata” e ha proposto la Russia come mediatore tra le parti. La Cina ha anche preteso una nuova riunione (in seduta segreta) del Consiglio di sicurezza. È in corso mentre stiamo scrivendo questo articolo.

Ho visto in tv che sono arrivati a Catania i primi immigrati libici.
Hanno detto di esser libici, ma non lo sono. I controlli hanno verificato che si tratta di egiziani. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/3/2011]
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Dai giornali