Eleonora D’Uffizi, varie, 22 marzo 2011
PC USATO SICURO
Nel 2010 la spesa degli italiani per i prodotti informatici è stata pari a 1,4 milioni di euro (Osservatorio Findomestic).
La vita media di un pc è passata dai sei anni del 2007 ai tre del 2009: si prospetta per il 2014 l’utilizzo di un solo anno e, in proporzione, l’aumento dei rifiuti elettronici che nel 2009 ammontavano a 193 milioni di chili.
Nel mondo dell’informatica, con innovazioni tecnologiche continue, un computer di ultima generazione, dopo qualche mese, può diventare un prodotto obsoleto perché nel frattempo sono stati lanciati sul mercato modelli con nuove caratteristiche. Chi non ha l’esigenza di possedere la più recente delle soluzioni può essere accontentato da quello che nella compra-vendita automobilistica è chiamato “usato sicuro”.
Il refurbished, in italiano letteralmente revisionato, rinnovato, messo a nuovo, esiste già da molti anni negli Stati Uniti, e, superando le diffidenze, si sta facendo strada anche in Italia. Il termine si riferisce a un oggetto che ha già avuto un’altra vita o una destinazione ma, dopo opportuni controlli, è adatto al ri-uso. Si tratta di computer o accessori usati per le dimostrazioni nelle fiere, per esposizione nei negozi o nei centri commerciali, o ancora di materiale che per un’azienda è superaro mentre per un’altra è più che sufficiente.
A volte sono oggetti che non presentano alcuni difetto, a volte hanno soltanto un problema di packaging, oppure hanno subito piccole riparazioni in assistenza e non possono essere venduti per nuovi. In questi passaggi il pezzo perde una parte del valore, nonostante la sua qualità sia in pratica quella del prodotto appena uscito dalla fabbrica. Il suo acquisto consente al consumatore un risparmio che va dal 30 a 50%.
La scelta del refurbished, oltre che a quello economico, porta a un vantaggio ambientale da non sottovalutare. In Italia ogni anno vengono prodotti sei milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, con un tasso di crescita che è circa tre volte quello dei comuni rifiuti urbani.
«Entro otto anni le nazioni in via di sviluppo avranno più computer vecchi da smaltire di quelle sviluppate e nel 2030 acquisteranno tre volte il numero di computer di queste ultime. Si parla di un miliardo di computer vecchi da smaltire all’anno, contro i 180 milioni di pezzi di oggi» (Eric Williams, Environmental Science & Technology, 2010).
Per acquistare pezzi refurbished in sicurezza una delle soluzioni migliori è affidarsi direttamente alle case produttrici: basta un po’ d’attenzione per concludere ottimi affari risparmiando e non accorgendosi nemmeno della “revisione”.
L’Apple Store ha una sezione dedicata interamente ai suoi prodotti “ricondizionati” con una vasta scelta tra MacBook, iMac, iPad, iPod e accessori. Tutti gli acquisti sono dotati del Certificato Apple, che conferma i test, li certifica e offre una garanzia di un anno. Il risparmio medio è del 20% rispetto al nuovo.
Un iMac ricondizionato da 27 pollici, con processore Intel Core i5 a 2,8GHz Quad-core, si può comprare nell’Apple Store per 1.699 euro. Il miglior prezzo per il nuovo, rilevato sulle piattaforme di comparazione nel web, è di 2.129 euro.
La base AirPort Extreme 802.11n riadattata per creare una rete wireless si acquista nella sezione accessori della Apple per 65 euro. Il risparmio rispetto allo stesso prodotto nuovo è di circa 24 euro.
La Apple ha creato un programma di riuso grazie al quale si tutela l’ambiente e si individuano le metodologie più efficienti per riciclare le apparecchiature elettroniche al termine del loro ciclo di vita, inclusi computer e monitor di qualsiasi produttore. L’azienda valuta online l’apparecchio, non importa se Mac o pc, se funzionante o meno, e decide se può essere riusato e se ha un qualche valore monetario. In questo caso la Apple paga il computer. Altrimenti dà la possibilità di smaltire il vecchio computer tramite uno dei programmi di riciclo gratuiti come quello del Consorzio Remedia.
Quando un cliente ricicla in collaborazione con Apple, le apparecchiature usate sono smontate e i componenti principali che possono essere riutilizzati vengono rimossi. Vetro e metallo possono essere rilavorati e usati per la realizzazione di nuovi prodotti. Gran parte della plastica può essere riconvertita in una nuova materia. Grazie alla rilavorazione dei materiali e al riutilizzo dei componenti, Apple spesso raggiunge il 90% di recupero per peso del prodotto originario.
Altre case offrono prodotti refurbished testati dai propri tecnici che permettono di risparmiare almeno il 30% sull’acquisto. Toshiba propone i suoi notebook rigenerati con 90 giorni di garanzia. La Sony ha aperto un sito a prezzi outlet per computer e accessori refurbished sul quale, per esempio, si può comprare il laptop VPCF1190X a 1,229 dollari contro i 1,889 del nuovo, con garanzia estesa a 90 giorni e possibilità di un finanziamento a 6, 12 o 48 mesi.
Amazon.com, la grande compagnia di commercio elettronico statunitense, ha dedicato ai prodotti open-box, con problemi d’imballaggio, e refurbished, tornati indietro alle case produttrici o alla stessa Amazon, l’intera piattaforma warehousedeals.com. Il mercato online in questo caso permette di raggiungere sconti anche del 50%. Il sito compara il prezzo di listino con quello proposto e indica la percentuale di riduzione offerta.
Non sono solo i pc possono tornare come nuovi. Alla 47esima edizione dello Smau, il Salone internazionale di Information & Communication Technology, la Fastinking, azienda di Arese ha presentato il progetto Rigeneriamoci. Oltre ai computer, anche stampanti, server, tastiere, mouse, scanner vengono puliti, aggiornati e rimessi sul mercato a prezzi stracciati. Si punta sulla qualità e sull’efficienza del servizio, e allo stesso tempo si riduce la produzione di rifiuti elettronici e si favorisce la sostenibilità.
«Ritiriamo vecchie macchine dalle aziende, sostituiamo alcune parti e installiamo un sistema operativo nuovo di zecca. Un personal computer, con programmi open source, costa tra i 100 e i 250 euro; un portatile circa 200. I modelli più nuovi arrivano ai 270, ma sono prezzi iva inclusa e le macchine hanno una garanzia di sei mesi» (Marco Gialdi, amministratore delegato di Fastinking).
Negli Usa il 40% della cartucce per stampanti viene rigenerato. In Italia il 10-15%.
La plastica per una cartuccia impone l’impiego di 4-5 litri di petrolio. In Italia si consumano circa dieci milioni di toner l’anno.
«La cartuccia rigenerata costa circa il 40% in meno rispetto alla nuova», spiega ancora Gialdi. «Viene eliminato il toner non utilizzato, sono riparate le parti usurate, si riempie di inchiostro il serbatoio, si riassembla e si testa la funzionalità con alcune stampe. Molti software sono programmati per un certo numero di stampe con ogni cartuccia, esaurite le quali segnalano che è necessario sostituire la cartuccia. In quel momento dentro c’è ancora il 20% dell’inchiostro».
Su Roma e provincia opera invece La Rigenera: l’azienda ritira il materiale, lo analizza nel proprio laboratorio e, sostituiti i componenti usurabili, lo riassembla, lo testa e lo restituisce ai clienti. La Rigenera smaltisce e rigenera cartucce e vende vari prodotti refurbished garantiti, dai pc alle stampanti.
Qualche consiglio pratico prima di mettersi alla ricerca di un computer o di un qualsiasi altro accessorio sfruttando la formula dell’usato sicuro:
- Prima di acquistare il prodotto, controllate il prezzo di mercato dell’usato e del nuovo, sia sul web che nei punti vendita.
- Verificate sempre la durata della garanzia che può essere ridotta per legge rispetto ai due anni prescritti per l’acquisto del nuovo.
- Controllate a chi dovrete rivolgervi in caso di problemi durante il periodo di garanzia.
- Informatevi sulla presenza di manuali, accessori e packaging originali, che danno maggiore valore al vostro acquisto.