varie, 22 marzo 2011
FARE la tragedia in piazza di porta san donato «Le urla. E poi lo schianto» Studente suicida a Matematica Si è buttato dal settimo piano
FARE la tragedia in piazza di porta san donato «Le urla. E poi lo schianto» Studente suicida a Matematica Si è buttato dal settimo piano. Non risulta che il ragazzo , 26 anni, avesse problemi con gli esami * [NOTIZIE CORRELATE] * Si butta dal settimo piano, suicidio a Matematica Ha lasciato i suoi effetti personali vicino alla porta prima di scavalcare il passamano delle scale antincendio e lanciarsi nel vuoto. Un volo di 20 metri, e forse più, dal settimo piano della facoltà di Matematica per un 26enne originario della provincia di Treviso (Conegliano Veneto) e residente da tempo con la famiglia a Castenaso. Intorno alle 16.30 «abbiamo sentito le urla e poi il botto, tremendo» raccontano diversi studenti ritrovatisi fuori dalla sede universitaria in piazza di porta San Donato. Due di loro hanno raccontato ai carabinieri di aver visto il 26enne oltrepassare la ringhiera e penzolare con le gambe nel vuoto per qualche secondo prima di buttarsi verso il cortile interno dell’edificio: una caduta tremenda culminata sul livello -1 dello stabile. Probabilmente sono stati proprio loro i primi ad aver avvertito i sanitari del pronto soccorso, costretti a constatare la morte dello studente di Informatica, le cui lezioni si tengono nello stesso dipartimento di Matematica. Sul posto non è stato trovato nessun biglietto o lettera che possa spiegare, o quantomeno illuminare, le ragioni del gesto. «Terribile, se si tratti di un suicidio o meno lo stabiliranno gli inquirenti ma non sembrano esserci dubbi», ha commentato ancora visibilmente scosso il direttore del dipartimento Mirko Degli Esposti, aggiungendo: «In ogni caso è terribile quello che è successo, che nel primo giorno di primavera, una bella giornata di sole, uno studente muoia. Ragioni? C’è solo la disperazione di un ragazzo giovane che non c’è più. Era uno studente più che bravo, dalle prime informazioni raccolte non mi risulta che avesse problemi con gli esami». Per il 26enne, iscritto al quinto anno, quindi all’origine del gesto non sembrerebbero esserci intoppi o difficoltà con il proprio percorso universitario. È anche l’opinione del preside di Scienze Matematiche, Bruno Marano: «La nostra facoltà per tanti giovani ha un significato particolare ma non sono emerse problematiche riguardo alla sua vita universitaria. Il mio pensiero ora va alla famiglia che l’ha visto uscire per andare a studiare e non lo vedrà più tornare indietro». Una tragedia sulla quale il preside Marano sente il bisogno «di riflettere, ora è troppo presto per prevedere eventuali appuntamenti ma di certo il riflesso nella facoltà sarà forte». Nelle aule, anche secondo quanto raccontato dagli altri studenti, non erano in corso particolari lezioni o esami. «Quando ho sentito il rumore dell’impatto non ho capito bene cosa stava succedendo e insieme ad altri compagni ci siamo affacciati sulla piazza, pensavamo fosse un incidente stradale», ha raccontato uno dei presenti. I carabinieri nei prossimi giorni cercheranno anche a casa del ragazzo (il cui corpo è disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia) e nel suo computer eventuali indizi sulle ragioni del gesto. Nel luglio del 2005 la facoltà di Matematica fu il luogo di un’altra tragedia. Domenico Bottari, messinese 33enne, uccise con otto colpi di pistola Riccardo Venier, 22enne di Monghidoro, per un amore non corrisposto. Bottari, condannato a 16 anni di carcere, dopo l’assassinio telefonò alla madre dicendole: Ho ucciso un uomo». Sarah Buono 22 marzo 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA