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 2011  marzo 22 Martedì calendario

L’ORA DELLA TERRA, PER VOCEARANCIO

Il 26 marzo, alle ore 20.30, in tutto il mondo, monumenti, palazzi, uffici, negozi e abitazioni private spegneranno le luci per un’ora. È l’Earth hour, l’Ora della Terra, promossa dal WWF allo scopo di ridurre il consumo di energia e la conseguente produzione di gas serra. Resteranno al buio la Porta di Brandeburgo, il Cristo Redentore di Rio, il Castello di Edimburgo, la ruota panoramica di Londra, il Ponte sul Bosforo, le Kuwait Towers. In Italia, il Duomo e il grattacielo Pirelli di Milano, le fontane di Piazza Navona di Roma, Palazzo Vecchio e Ponte Vecchio di Firenze, la Torre di Pisa, la Torre degli Asinelli di Bologna, il palazzo comunale di Pistoia, la torre civica di Mestre. Oltre 140 i comuni che parteciperanno all’iniziativa.

La prima Ora della Terra si svolse solo a Sydney, in Australia, il 31 marzo 2007. Allora, tra le 19.30 e le 20.30, quando a spegnere l’interruttore furono due milioni e 200mila persone, si risparmiò tra il 2,1 e il 10,2% di energia. Nel 2008 l’Earth Hour coinvolse 50 milioni di persone in 370 città di 35 paesi. In Italia si spensero il Colosseo, il Municipio Ca’ Farsetti di Venezia e la Torre di Mestre. Nel 2009 le città coinvolte furono 3929, dislocate in 88 paesi. Nel 2010 le città erano oltre 4.000 e i paesi 128, per un totale di un miliardo di persone.

L’edizione 2011, la quinta, presenta una novità rispetto alle precedenti: un nuovo logo, «60+», dove il «+» indica l’invito per tutti ad andare oltre l’ora e cambiare il proprio stile di vita e scegliere azioni “verdi” tutti i giorni.

«Quest’emozionante evento globale, che in pochi anni è cresciuto in maniera esponenziale fino a raggiungere un miliardo di persone in 128 paesi del mondo, aggiunge al messaggio simbolico le azioni concrete. Se vogliamo dare al mondo un futuro migliore, dobbiamo trasformare le nostre società, tagliare le emissioni inquinanti per vincere la sfida dei cambiamenti climatici, e perseguire un’economia nuova, rispettosa degli equilibri del pianeta e di gran lunga vantaggiosa anche per il benessere dell’uomo. Ogni persona ha il potere di cambiare, ma se uniamo le forze possiamo davvero cambiare il mondo» (Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia).

«L’Italia produce in un anno 567 miliardi di tonnellate di Co2. Se tutti noi ci comportassimo in modo responsabile, sarebbe realistico scendere immediatamente a 450» (Duccio Bianchi, responsabile di Legambiente, al Corriere della Sera).

Con un investimento di quattro miliardi di euro l’anno (lo 0,2% del Pil), entro il 2020 l’Italia potrebbe ridurre le proprie emissioni del 29% rispetto ai livelli del 1990, raggiungendo l’obiettivo del 30% previsto dalla Ue nel Pacchetto clima ed energia (Fonte: Ecofys).

Stefano Leoni, presidente del WWF Italia: «Il problema principale dell’Italia è che manca una strategia. […] Con politiche semplici e già attuate in altri Paesi, tagliare le emissioni drasticamente entro il 2020 si può. Basta volerlo e soprattutto attrezzarsi per perseguire l’obiettivo con un approccio strategico. La recessione economica sembra possedere un effetto al ribasso sulla produzione delle emissioni, per la diminuzione della produzione. Ma il rischio è che, quando questa produzione – e le relative emissioni – ricominceranno a crescere, l’Italia si trovi drammaticamente indietro sul fronte della nuova economia pulita».

In media, ogni europeo immette 8.000 chili l’anno di Co2 nell’atmosfera. Duccio Bianchi: «Bene, con un comportamento responsabile ognuno di noi potrebbe limitarsi senza troppa fatica a 3.000 o anche a 2.000 chili».

Emissioni di anidride carbonica per chilowattora consumato: 0,45 chili.

Spegnere le luci per un’ora è già qualcosa, ma, per ridurre le emissioni di Co2, anche le scelte quotidiane del singolo individuo contano. Basterebbe sostituire un breve tratto in automobile, diciamo circa 6 km, con uno in bicicletta, oppure condividere il tragitto con qualcun altro, per evitare l’immissione in atmosfera di 240 kg di Co2 l’anno e risparmiare in benzina. Tra il 2005 e il 2009 le famiglie italiane hanno installato più di 800mila elettrodomestici a basso consumo e hanno fatto bene: un frigorifero classe A++, ad esempio, consuma mediamente la metà di uno classe B e due terzi meno di uno di classe D. Sostituire una lampadina da 100 watt a incandescenza con una a basso consumo, a fluorescenza, consente, all’atmosfera, di risparmiare 35 chili in meno di Co2 in un anno e, a noi, circa 10-12 euro. Senza contare poi che fanno più luce e durano in media dalle otto alle venti volte in più rispetto a quelle di vecchia generazione. Avviare la lavatrice o la lavastoviglie solo a pieno carico, oltre a un consumo di acqua inferiore, permette un risparmio annuo di 45 chili di Co2. Abbassare la temperatura di casa da 21 a 20 gradi garantisce un risparmio di 470 chili di Co2 in un anno.

Attenzione agli apparecchi in stand-by: di solito, calcolando un consumo medio per apparecchio tra gli 1 e i 5 watt, assorbono circa il 10% di tutta l’energia che consumiamo in famiglia. Spegnerli, farebbe risparmiare in un anno 265 kwh e 45 euro sulla bolletta.

Nel 2010 una direttiva europea ha stabilito che gli apparecchi in vendita, quando sono spenti o in stand by, non debbano superare un watt di potenza assorbita. Il Politecnico di Milano, analizzando circa 6mila prodotti in vendita, ha riscontrato che il 30% degli elettrodomestici non rispetta i parametri richiesti.

Lo stand-by di una macchinetta per il caffè espresso costa 15 euro l’anno, quello di una radiosveglia 9 euro, quello di un lettore Dvd 5 euro, il decoder più di 10, un caricatore di cellulare circa 4 (studio Media World) ecc.

Poi, riciclare: una lattina smaltita nel modo corretto consente di evitare l’emissione di 17 chili di Co2 in dodici mesi; utilizzare anche il retro dei fogli di carta evita 13,13 chili di Co2 l’anno; buttare nel bidone giusto un giornale e un paio di scatolette di carta al giorno comporta un risparmio di 71 chili di Co2 l’anno; tre bottiglie alla settimana nella campana del vetro evitano 11 chili di Co2 in un anno.

Ikea aderisce a Earth Hour con la “Bulb Box”, una speciale scatola promossa in collaborazione con WWF Italia e il consorzio RAEE Ecolight, per raccogliere le lampadine a basso consumo usate e procedere al loro corretto smaltimento e recupero.

Anche le scelte alimentari influiscono sulle emissioni di gas serra. Ad esempio, sostituire un pasto a settimana a base di carne con un piatto tipico della dieta mediterranea può far risparmiare oltre 180 kg di Co2 l’anno. L’allevamento del bestiame (bovini, maiali, pecore, piccoli ruminanti e volatili) infatti è considerato responsabile del 18% dei gas ad effetto serra, collegati alle attività umane. Una percentuale che supera quella dei trasporti di tutto il mondo (14%). Occhio dunque alla spesa. WWF mette a disposizione su improntawwf.it un carrello virtuale, che calcoli “l’impronta di carbonio” lasciata dai nostri acquisti. Facciamo una prova. In famiglia siamo in due e questa settimana, quando andiamo a fare la spesa, acquistiamo al supermercato 1 litro di olio di oliva, 1 kg di zucchero, mezzo chilo di mele, mezzo chilo di insalata, mezzo chilo di carne bovina, 1 litro di latte e una bottiglia di un litro e mezzo di acqua. Mettiamo tutto nel nostro bel sacchetto che ci consegnano alla cassa e avremo prodotto 11,4 kg di Co2 (il 5,61% d’imballaggi). Se acquistassimo prodotti di origine locale e di stagione, magari anche biologici, e li riponessimo in una borsa di tela riutilizzabile, il nostro “contributo” scenderebbe a 8,43 kg di Co2 (il 6,64% di imballaggi).

La produzione in serra di 1 kg di pomodori richiede un’enorme quantità di energia e rilascia 3,5 kg di Co2. La stessa quantità prodotta in campo, ne produce meno di 0,05 kg, cioè una quantità inferiore di 70 volte.

In un anno un italiano emette in media 1.778 kg di Co2 solo per l’alimentazione.

«Il futuro eco-friendly è un’azione concreta che può iniziare subito. Mentre i governi discutono sull’accordo globale e sulle regole comuni per vincere la sfida dei cambiamenti climatici, nelle case, nei negozi, uffici, scuole, imprese e perfino per le strade, le azioni quotidiane di centinaia di milioni di persone, sommate insieme, possono avviare il cambiamento che garantirà al mondo nuovo equilibrio ambientale, economico e sociale. Un amministratore delegato può cambiare un’impresa, un bambino di 7 anni può cambiare la sua classe, un presidente può cambiare il suo Paese. Ogni singola azione, piccola o grande che sia, sommata a centinaia di milioni di altre, può davvero cambiare il mondo» (Mariagrazia Midulla).

La piattaforma Beyond the Hour (Oltre l’Ora, ndr) è una sorta di mosaico interattivo per il clima, attraverso cui individui, istituzioni, organizzazioni e imprese possono raccontare le proprie azioni concrete che intendono intraprendere per aiutare il Pianeta. Tradotto in 11 lingue, il sito in poche settimane di sperimentazione ha già raccolto oltre mille azioni, tra cui quella della star cinese Li Bingbing che ha deciso di diventare vegetariana per 100 giorni l’anno e quella del Governo del Nepal che fermerà il taglio di alberi in un’importante area forestale.

Nei mari di tutto il mondo, in concomitanza con l’Earth Hour, si spegneranno quattordici navi di Costa Crociere. Al buio resteranno il “Gran Pavese”, il fumaiolo e i ponti esterni. Per i passeggeri, previste cene a lume di candela. Tante altre imprese hanno aderito all’iniziativa. Auchan spegnerà le insegne di 51 ipermercati, il marchio di gioielli Dodo quelle delle vetrine delle sue 14 boutiques italiane e quelle di Parigi e Dusseldorf, Camomilla quelle dei suoi 180 negozi. Anche Berendsohn Italia, DHL Italy, Epson, UniCredit, Coca-Cola HBC gireranno l’interruttore delle proprie sedi.

In tre anni il gruppo Sofidel ha investito circa 16 milioni di euro per ridurre del 26% entro il 2020 le proprie emissioni di Co2, rispetto al 2007. In quindici anni Electrolux ha ridotto i consumi di acqua del 30%, di energia del 25% e i rifiuti del 45%, con l’obiettivo al 2012 di ridurre di un ulteriore 15% i consumi di elettricità, acqua e gas. Coca-Cola HBC Italia ha previsto grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici su tutti i propri stabilimenti e di tre impianti di cogenerazione per una riduzione del 40% delle proprie emissioni di Co2. I pannelli fotovoltaici installati sulla sede italiana di Epson riducono di circa nove tonnellate le emissioni di Co2 equivalente per una diminuzione dell’impatto ambientale del 20%. Per il 2020, UniCredit ha avviato un programma di riduzione delle emissioni dirette del 30%, Birra Peroni del 50% (rispetto al 2009). Il gruppo Tetra Pak ha ridotto le proprie emissioni di Co2 del 10% rispetto al 2005 con l’obiettivo di ridurle ulteriormente nei prossimi anni. Sony Corporation punta a raggiungere, con il piano Road to Zero, un impatto ambientale pari a zero entro il 2050, passando attraverso target di medio periodo fissati per il 2015, come la riduzione dei gas responsabili dell’effetto serra del 30% rispetto al 2000 (Fonte: WWF).

«Questo è l’unico pianeta che abbiamo, è da matti… è da sciocchi non proteggerlo!» (Marco Mengoni, testimonial di Earth Hour).