
1908-2015
Oltre un secolo di Inter
date, vittorie e personaggi
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri Renzi è andato a L’Arena, il salotto di Giletti, e ha promesso un’una tantum di 500 euro a tutti i pensionati che prendono meno di tremila euro al mese. Incasso calendarizzato per il 1° agosto.
• Solita mossa preelettorale. Tipo gli 80 euro dell’altra volta.
Abile modo di girare la frittata. E, di sicuro, mossa elettorale. Ricorderà la storia delle pensioni e della Corte costituzionale.
• No, non me la ricordo.
Alla fine del 2011, avendo Napolitano mandato a casa Berlusconi e chiamato Monti, il nuovo governo decise di congelare gli adeguamenti Istat delle pensioni. Cioè ogni anno l’Istat ci dice di quanto è aumentato il costo della vita – 1%, 5% o quello che sia – e sulla base di questa percentuale si aumentano tutta una serie di costi. Per esempio, il costo dell’affitto delle case. Oppure il costo delle pensioni per lo Stato. Per i pensionati, l’aggiornamento Istat è di solito un regalo piacevole, le loro pensioni dal 1° dell’anno vengono adeguate al costo della vita. Ma alla fine del 2011 eravamo con le casse vuote, e dovevamo risparmiare, dunque Monti annunciò che per chi prendeva di pensione 1.500 euro al mese circa (tre volte il minimo) non ci sarebbe più stato nessun adeguamento. Anche grazie a questo, l’Europa ci permise di continuare a vivere senza commissari, cioè senza la Troika che ha asfissiato i greci. Ma due sindacati, Federmanager e Manageritalia, ricorsero alla Corte costituzionale, sostenendo che il congelamento dell’adeguamento Istat violava certi principi della nostra Magna Charta. E poce settimane fa la Corte costituzionale gli ha dato ragione!
• Adesso mi ricordo: per Renzi si tratterebbe di un esborso da 18 miliardi. Addio conti italiani.
La Corte è stata criticatissima per quella decisione, presa oltre tutto con la maggioranza di un solo voto, quello del presidente, e infatti adesso è in corso tutto un dibattito sulla Corte, sui criteri con cui ragiona, sui privilegi (enormi) di cui gode, se faccia o no politica e a favore di chi la faccia, i sospetti sono aumentati quando s’è scoperto che l’avvocatessa incaricata di rappresentare le ragioni del governo davanti ai giudici supremi è un’antirenziana di fuoco eccetera eccetera. Mentre le nostre teste venivano rimbombate da questo frastuono, il Renzi aveva il problema di una decisione da prendere. Disobbedire alla Corte non si può, i soldi da restituire non ci sono, l’annuncio di un qualche decreto che, sia pure in forma morbida, ribadisse il congelamento avrebbe dato argomenti all’opposizione e si sarebbe potuta pagar cara nelle urne delle elezioni regionali. Ed ecco la scappatoia: Giletti!
• Si annunciano i 500 euro e non si aggiunge altro.
Un’una tantum! Sotto i tremila euro lordi! «Ovviamente non sarà un rimborso totale». Dunque potrebbero arrivare altri soldi. Un provvedimento organico verrà preso più in là, in tempi meno ribollenti di polemiche e interessi elettorali. Per il momento diamo la notizia in positivo: a quattro milioni di italiani ridaremo 500 euro una tantum il 1° agosto.
• I soldi dove li trova?
«Ci sono due miliardi che mi ero tenuto per le misure contro la provertà». La Cantone, segretaria della Cgil pensionati e non-nemica del premier, ha detto: «Venga a discutere con noi prima di muoversi, in modo da non fare errori». Brunetta ha protestato per il mega-spot elettorale del segretario del Pd. Il quale ha anche detto che entro l’anno prossimo sarà completata la Salerno-Reggio Calabria, ha lanciato segnali di pace ai professori («I professori devono capire che non si può minacciare il blocco degli scrutini. Chi ha voglia di parlare di scuola troverà nel governo un interlocutore attento. Sulla scuola stiamo dicendo: “Aiutateci a capire dove stiamo sbagliando nel merito’”. Mettiamo più soldi sulla scuola che in passato e apriamo alla meritocrazia»), ha aggiunto che «i dati dell’Istat sulla crescita del Pil vanno presi con buonsenso», e ha infine difeso il Jobs Act: « Ora la mia generazione può accedere ad un contratto a tutele crescenti, prima erano precari ora possono conoscere il significato della parola mutuo, ferie. È legittimo che la Cgil non sia d’accordo, ma non capisco l’atteggiamento rassegnato di parte dei gruppi dirigenti».
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