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 2015  maggio 18 Lunedì calendario

Se non si tornerà a investire nello sviluppo di nuovi antibiotici, il mondo rischia una vera e propria ecatombe da 10 milioni di morti l’anno. Lo dice Jim O’Neill, banchiere di Goldman Sachs che vuole convincere Pechino a inserire il questo tema nell’agenda del prossimo G20: «Sette anni fa è stato scoperto a New Delhi un nuovo batterio, chiamato Ndm-1, che resiste agli antibiotici in commercio. Da allora è stato segnalato in Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone. E sta viaggiando sulle acque del Gange verso l’Asia orientale»

Se non si tornerà ad investire nello sviluppo di nuovi antibiotici, il mondo rischia una vera e propria ecatombe: entro il 2050 oltre 10 milioni di decessi l’anno, più delle vittime del cancro, con un danno potenziale, in termini economici, di 100 miliardi di dollari ogni dodici mesi. L’allarme non arriva da uno scienziato bensì da un grande banchiere: Jim O’Neill, banchiere di Goldman Sachs che all’inizio del millennio intuì per primo l’avanzata dei Bric (Brasile, Russia, India e Cina), sconvolgendo i portafogli dei gestori di tutto il mondo.
A lui, personaggio assai noto nella City, il premier britannico David Cameron ha affidato una missione quasi impossibile: organizzare la riscossa della ricerca contro l’avanzata minacciosa di nuovi batteri, non contrastati dall’industria farmaceutica che preferisce indirizzare le ricerche su altri fronti, più profittevoli. «Mi sembra di rivivere – spiega O’Neill – la situazione dei mercati finanziari prima della grande crisi: tutte le banche erano impegnate a inventare qualcosa di sempre più complesso per far soldi. E così, trascurando l’interesse comune, si sono scoperte vulnerabili». Adesso, fatte le debite proporzioni, la minaccia è la medesima. Con l’aggravante che, come è già successo per la lotta all’inquinamento, non si vede una strategia globale. «Sette anni fa – spiega ancora O’Neill – è stato scoperto a New Delhi un nuovo batterio, chiamato Ndm-1, che resiste agli antibiotici in commercio. Da allora è stato segnalato in Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone. E sta viaggiando sulle acque del Gange verso l’Asia orientale». Di questo, il banchiere prestato alla sanità ha appena parlato coi vertici cinesi. L’obiettivo? Convincere Pechino a inserire il tema degli antibiotici nell’agenda del prossimo G20. E questo spiega perché il premier britannico abbia deciso di affidare ad O’Neill, che vanta un’enorme prestigio a Pechino dopo i miliardi che ha convogliato verso la Cina negli anni ruggenti, una missione che non ha molto a che vedere con la finanza. «Lo pensavo anch’io – ha spiegato O’Neill – Di queste cose ne so come di letteratura swahili, ho cercato di spiegare a Downing Street». Ma il banchiere ha presto capito che la battaglia scientifica richiede un ingrediente essenziale: il denaro. Per rilanciare la ricerca sulle quattro famiglie di antibiotici necessarie per affrontare la minaccia di batteri sempre più aggressivi, sempre meno sensibili ai farmaci esistenti, occorre mobilitare secondo i conti di O’Neill almeno 37 miliardi di dollari. Una cifra enorme, ma che impallidisce di fronte ai pericoli futuri di cui il banchiere parlerà all’Onu l’anno prossimo.
Ma la sfida non è solo diplomatica o politica. Consiste nel coinvolgere i Big Pharma, i giganti dell’industria farmaceutica che hanno dimensioni e cassa sufficiente per affrontare la sfida ma che preferiscono investire altrove, alla caccia dei profitti. Perciò il banchiere, forte dei 195 milioni di sterline che Cameron ha assegnato al progetto, sta mettendo a punto un piano di incentivi per le aziende: niente sgravi fiscali ma una sorta di premio da distribuire una volta che si sono dimostrati i risultati. «Non basta – ammonisce – È altrettanto importante che i medici, su spinta delle case farmaceutiche, la smettano di distribuire ai pazienti gli antibiotici come fossero noccioline». Un uomo contro una delle industrie più potenti. Sembra una sfida improba ma O’Neill, il figlio del postino di Manchester che è salito nell’Olimpo dei banchieri più pagati, è tutt’altro che un Don Chisciotte: Le banche, spiega, hanno pagato e pagheranno ancora a caro prezzo l’ostilità provocata dal loro comportamento nella crisi. I Big Pharma, se non cambiano rotta, rischiano ancor di più.