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 2015  maggio 18 Lunedì calendario

L’Art therapy, ovvero la pratica rivolta al disegno, alla pittura, alla scultura utilizzata come aiuto o appoggio a una terapia di tipo psicologico o psichiatrico. Da qualche tempo è diventata di moda e perciò non è più riservata solo a chi manifesta evidenti problemi psicologici

Si chiama Art therapy la pratica rivolta al disegno, alla pittura, alla scultura e più in generale alle arti visive, che viene utilizzata come aiuto o appoggio a una terapia di tipo psicologico o psichiatrico.
Da qualche tempo è diventata di moda come altre attività un tempo praticate da piccole nicchie; perciò non è più riservata solo a chi manifesta evidenti problemi psicologici, ma anche alle persone, e sono molte, che il logorante ritmo della vita espone a ansie, angosce e altre manifestazioni di natura nervosa. Stando ai segnali di disagio diffuso, che emergono da varie parti, quotidianamente censite da ebdomadari, giornali e pagine Facebook, la Art Therapy non è quindi praticata solo nei padiglioni di ex ospedali psichiatrici, nei centri di igiene mentale o negli atelier di psicologi e artisti, ma offerta a tutti. Forse è a questo che ha pensato l’editore francese Hachette.
Ha messo in commercio album di grandi dimensioni con rilegatura bodoniana; sono una ventina, di cui alcuni prodotti anche in italiano da L’Ippocampo. Si chiamano «Art thérapie» in francese, «Art therapy» in edizione italiana: opere antistress. Classificati per argomenti (Giappone, Maya, Art déco, Celti, arte medievale, arte vetraria, Mandala, bestiari, ecc.), consistono in volumi da colorare; contengono tavole con dettagli e particolari decorativi. Sono tracciati dal computer che ha seguito i profili dei disegni originali in modo da ottenere forme piane o tridimensionali. Sono abbinati nella edizione francese ai pennarelli della Stabilo, pubblicizzati nella parte interna della copertina cartonata.
In cosa consiste questa «terapia dell’arte»? Nel campire con matite colorate o pennarelli gli spazi bianchi, una tecnica che da bambini quasi tutti hanno praticato: un modo per prendere possesso dello spazio disegnato, per imparare a lavorare dentro i margini, per stabilire un controllo sul colore, per apprendere l’importanza dei pattern. Servono anche a tenere occupati i bambini in un’attività che richiede concentrazione, abilità manuale, e non impegna il pensiero nella definizione delle forme e degli spazi, come invece avviene di solito nel disegno. A questo mirano gli album di «Art therapy»? Funzionano come scacciapensieri, strumenti basici ma efficaci per dimenticare se stessi. Meno si pensa, meglio è, sembrano suggerire questi libri con pagine bianche. Invece della pallina da colorare, di moda anni fa, ora ci sono questi album antistress. Campisci, che ti passa il nervoso.