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 2016  marzo 06 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Sulla faccenda di Caserta sta venendo fuori questo: che il sindacato locale sta andando allo scontro col sindacato nazionale. La Cgil nazionale e la Uil hanno infatti sospeso i dirigenti autori della lettera incriminata, mentre i dirigenti locali ribadiscono le loro ragioni e non accennano a nessun passo indietro. Il risultato per dir così politico è che Mauro Felicori, il nuovo dirigente della Reggia di Caserta, ne esce enormemente rafforzato.

Forse bisognerebbe spiegare i precedenti.
A capo della Reggia di Caserta c’è da ottobre un nuovo direttore, Mauro Felicori, 63 anni, bolognese, specialista nella gestione dei beni culturali pubblici (ha fatto una lunga esperienza in Comune a Bologna e insegna Gestione e organizzazione delle imprese culturali all’Alma Mater della città). È stato scelto dal governo l’estate scorsa in occasione di quell’infornata di direttori presi anche all’estero e che per questo suscitò ogni sorta di polemiche. Felicori pure si ebbe la sua parte di critiche: era stato scelto per Caserta benché il suo punteggio fosse inferiore a quello di Fabrizio Vona. Un certo attivismo venne subito segnalato: in settembre, quando non si era ancora insediato, sedette al tavolo col prefetto per risolvere il problema annoso dei venditori abusivi che infestano il parco della Reggia e che fino a quel momento avevano goduto delle solite protezioni paracamorristiche. L’altro giorno però lo stakanovismo del nuovo direttore è finito in una lettera di contestazioni delle Organizzazioni sindacali spedita addirittura al ministro, fatto che è parso a tutti enorme. Senza entrare nel merito delle singole rivendicazioni, basterà dire che il documento lamentava in sostanza un modo di procedere di Felicori che non teneva nel dovuto conto le opinioni dei sindacalisti e a un certo punto osservava (terzo comma del punto e): «Il Direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l’intera struttura museale». Vale a dire: il direttore lavora troppo per i nostri gusti. Un’enormità che testimonia se non altro questo: i sindacalisti casertani non sanno ben valutare le conseguenze di quello che scrivono.  

Ma la Reggia di Caserta, come polo turistico-culturale, funziona o no? Perché alla fine il punto è questo.
Renzi e Felicori hanno subito esibito i numeri del successo conseguito, a loro dire, in appena cinque mesi: visitatori aumentati del 70% rispetto a febbraio 2015, incassi saliti del 105%. Renzi ha avuto buon gioco ad attaccare i sindacati con la frase: «La pacchia è finita» e solo ieri si è corretto dichiarando che si riferiva a «certi sindacati». I sindacati nazionali, d’altra parte, hanno dovuto prendere subito le distanze. La Camusso ha ammesso che quella lettera è un errore, e sottolineato che però la Cgil non l’ha firmata. La Uil invece l’ha firmata, ma il segretario Barbagallo ieri ha randellato i suoi: li ha sospesi e ha emesso un comunicato in cui annuncia di schierarsi con Felicori.  

Come rispondono i locali?
I sindacati che hanno firmato la lettera - Uil, Ugl, Usb - dicono che quello era solo un passaggio all’interno di un documento che elencava una quantità di problemi a questo punto strumentalmente rimossi. Quanto all’aumento di incassi e visitatori, dicono, il trend positivo era cominciato anche prima, e dunque il merito non va attribuito né a Felicori né a Renzi.  

Hanno ragione?
Quei sindacati hanno torto quasi per definizione: negli anni, con la loro furba cogestione, hanno fatto in modo che gli abusivi prosperassero, che il parco fosse pieno di rifiuti, che le visite calassero dalle 371.311 del 2001 alle 217.547 del 2014. L’anno scorso, una domenica mattina, tennero tremila visitatori fuori dalla Reggia per via di un’assemblea. Boicottaggio allo stato puro. Era una domenica in cui si poteva visitare la Reggia gratuitamente.  

Che ha fatto Felicori per farli arrabbiare in questo modo?
A parte il fatto che un dirigente pubblico al lavoro dalla mattina alla sera e che non bada agli orari mette sempre i sindacalisti in orgasmo, Felicori ha ordinato ai custodi di girare per la Reggia nella divisa prevista e non in abiti borghesi, di protare sempre il cartellino di riconoscimento in modo che se qualche visitatore ha da protestare sappia con chi deve prendersela, ha vietato il parco alle automobili dei 150 addetti alla vigilanza, costretti invece a servirsi di automobili con lo stemma della Reggia, ha trasferito, per ragioni di efficienza, alcuni dei 230 dipendenti, ha abolito la chiusura del martedì di modo che la Reggia resti aperta sette giorni su sette. Ieri, intervistato sul sito di Repubblica, ha detto: «Penso che alcuni sindacati siano abituati a una specie di cogestione. Rispetto i sindacati, ma non come cogestori. Si rispetta il contratto, i sindacati hanno tutti i i diritti, io ho i miei doveri di dirigente. Spero che sia una buona occasione per fare una riflessione su che cosa significhi fare sindacalismo nelle aziende pubbliche. Una buona organizzazione non spreca nessun talento, ma valorizza le persone. Non c’è contraddizione tra efficienza e diritti dei lavoratori. I sindacati devono decidere se lavorare con me per risolvere i problemi o se trasformarsi essi stessi in problema». (leggi)

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