Corriere della Sera, 6 marzo 2016
Uno smartphone ci salverà
Vero: il mondo sembra avviato verso disastri. La guerra in Siria e i profughi. L’Europa che sbanda e si divide. Donald Trump che potrebbe diventare presidente degli Stati Uniti. E parecchie altre sciagure. Visto da alcuni Paesi emergenti, però, lo stato del pianeta non è così disperante. Certo, la crescita della Cina rallenta, quella del Brasile e della Russia è andata sotto zero, molti produttori di materie prime soffrono drammaticamente la caduta dei prezzi. Ciò nonostante, ci sono forze al lavoro che non solo sono positive ma hanno anche caratteristiche capaci di influire sulla struttura economica e sociale di molti Paesi. L’uso degli smartphone, per esempio, è ormai arrivato nel 2015 a una mediana globale del 43% : soprattutto, in 21 Paesi emergenti presi in considerazione da Pew Research, la quota di chi dispone di uno smartphone è passata dal 21% del 2013 al 37% del 2015 (i Paesi avanzati sono nel complesso al 68%).
Per smartphone si intendono quei telefoni cellulari che permettono di accedere a Internet e alle app: consentono di collegarsi al web anche senza enormi e costose strutture fisse ma attraverso la telefonia mobile. Come si sa, quest’ultima ha consentito a milioni di persone nei Paesi poveri di ampliare le loro conoscenze e la loro capacità di avere rapporti più ampi del loro villaggio e quindi di fare business su mercati più grandi. Il salto è stato fatto con i telefoni cellulari: su scala globale, al 43% di persone che possiede uno smartphone va aggiunto un 45% che ha un semplice telefonino non collegato a Internet. Significa che l’88% della popolazione mondiale in un modo o nell’altro può comunicare su lunghe distanze; eccetto l’Etiopia, in ogni Paese del mondo la maggioranza della popolazione ha un telefono cellulare (smart o non). Il balzo in corso oggi, però, riguarda la connessione mobile al web. Tra il 2013 e il 2015, la quota di coloro che detengono uno smartphone è passata dal 17 al 59% in Turchia, dal 31 al 65% in Malaysia, dal 39 al 65% in Cile, dal 37 al 58% in Cina, dal 38 al 51% in Giordania, dal 19 al 28% in Nigeria, dal 15 al 21% in Ghana. Per avere dei termini di paragone, in Italia il 60% della popolazione possiede uno smartphone; il Paese record, la Corea del Sud, è all’ 88%. Non c’è niente di magico, naturalmente, in questi apparecchi. Se non il fatto che rendono sempre più difficile alzare muri, chiudere frontiere e creare nemici.