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 2015  luglio 27 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Abbiamo a che fare con tre notizie che rappresentano altrettante facce della realtà africana.

Sentiamo.
Prima notizia: il presidente Obama ha visitato il Kenia, paese del padre, ha fatto gran discorsi che i kenioti hanno capito e non capito, adesso è in Etiopia, dove farà altri discorsi di gran peso. Il viaggio ha un suo senso mediatico - è saltata fuori anche la nonna del presidente Usa, per la gioia dei magazines -, ma ha pure un senso politico multiplo. In Africa avanza il terrorismo fondamentalista, in Africa è in corso una battaglia postcoloniale tra le potenze del mondo, in primo luogo i cinesi, l’Africa è il continente del mondo tormentato dalla miseria e dalle malattie, passa in ogni caso dall’Africa la grande migrazione in corso dal sud verso nord. Seconda notizia: proprio mentre Obama pronunciava i suoi discorsi - peraltro sacrosanti -, in un bar di Maroua, nel nord del Camerun, quelli di Boko Haram hanno fatto saltar per aria una bambina di dieci anni imbottita di esplosivo ammazzando almeno venti persone e ferendone una cinquantina. Nelle ultime settimane, Boko Haram ha ucciso almeno 500 tra uomini e donne in Nigeria, Camerun, Ciad e Niger. Nella stessa Maroua tre giorni fa un attacco suicida ha dilaniato quindici uomini. È vero che Nigeria, Niger, Ciad, Camerun e Benin si sono coalizzati e combattono i guerriglieri islamici anche con qualche successo. Ma intanto il messaggio è chiaro: caro Obama, le tue chiacchiere non ci fanno nessuna paura. Poi c’è la terza notizia e riguarda una cura abbastanza efficace che è stata scoperta contro la malaria, grazie al contributo fondamentale dei coniugi Gates che hanno devoluto alla causa 500 milioni di dollari.  

Come si mettono insieme queste notizie?
Il legame è il rapporto tra noi e loro, che cosa dobbiamo o non dobbiamo fare noi per l’Africa, per aiutarla a liberarsi del terrore e della fame.  

Che cosa ha detto Obama?
Nei due giorni ha parlato all’inaugurazione del Global Entrepreneurs Summit, poi davanti a una platea di imprenditori riuniti a Nairobi, quindi in conferenza stampa, infine al padiglione sportivo di Nairobi. Ha esortato a lottare contro i jihadisti di al Shabaab, a mettere fine alla guerra civile in Sudan, ha poi implicitamente criticato la condizione subordinata delle donne africane («mariti che picchiano le mogli, bambini che non vanno a scuola, matrimoni forzosi... sono tradizioni che devono cambiare») e la discriminazione anche culturale di cui soffrono gli omosessuali. Su quest’ultimo punto, il presidente del Kenia, Keniatta, gli ha risposto: «Sono questioni su cui noi abbiamo una sensibilità diversa». Il capo della Casa Bianca ha promesso aiuti ulteriori per un miliardo, soprattutto per combattere il terrorismo.  

Mi pare che Boko Haram gli abbia risposto per le rime...
Invece Obama ha rivendicato i successi della lotta al terrorismo. «Gli Stati Uniti rafforzeranno la propria collaborazione con il Kenya nella lotta ai jihadisti di al Shabaab, perché, seppure indeboliti, continuano a fare danni. Abbiamo sistematicamente ridotto il territorio controllato dagli Shabaab in Somalia, abbiamo indebolito le reti che operano in Africa orientale, ma il problema non è ancora risolto». C’è poi un passaggio del discorso sulle donne che va letto in chiave anti-jihadista: «Le donne istruite hanno maggiori possibilità di educare figli istruiti». Come saprà, quelli di Boko Haram, e i musulmani fondamentalisti in genere, sono nemici dell’istruzione femminile, considerano la scuola una fabbrica di veleni per la donna. Assaltano spesso le scuole, rapiscono le studentesse, ammazzano gli insegnanti.  

E la malaria?
C’è un vaccino, non eccezionale, ma in grado a quanto pare di dimezzare la mortalità infantile. Si chiama Mosquirix o, in termini scientifici, RTS,S. Ha superato i test di sicurezza e, subito dopo il via libera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, potrà essere distribuito. Ogni settimana muoiono di malaria nel mondo 8 mila bambini, per il 90% in Africa e in genere più piccoli dei cinque anni. Questa notizia è stata accompagnata dal commento di tanti esperti che hanno raccomandato di non mollare però la fornitura di zanzariere, che restano in ogni caso il mezzo di difesa più efficace. Ma questo mi ha fatto venire in mente una vecchia storia raccontata da Dambisa Moyo. Un piccolo imprenditore africano produce cinquecento zanzariere alla settimana, dando lavoro a dieci persone, ognuna delle quali mantiene in questo modo fino a quindici famigliari. La produzione non basta però a tenere lontani gli insetti che portano la malaria. Interviene il divo di Hollywood che mobilita masse e governi, e raccoglie un milione di dollari grazie ai quali si possono inviare nella regione colpita dalla malaria centomila zanzariere. La buona azione estromette l’imprenditore africano e i suoi operai dal mercato. (leggi)

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