La Stampa, 27 luglio 2015
Se uno sciopero fa deragliare la giornata. I consumatori e la nuova coscienza di classe. Gli utenti non vogliono più essere degli scudi umani, sono «ostaggi collocati sulla linea di tiro degli agenti dello scontro sociale». In un’Italia dove gli stop del trasporto aereo sono aumentati del 10 per cento, quelli della ferrovia addirittura del 30, aumenta il disagio, e anche la sua percezione. Invece servirebbero prevenzione e mediazione
Non ci stiamo più a recitare il ruolo di scudi umani. E per la prima volta la tecnologia ci offre gli strumenti per fare massa, rafforza una richiesta di diritti e una sensibilità critica che nel secolo scorso avremmo chiamato coscienza di classe.
Le foto e i racconti dei disagi dovuti agli scioperi nei servizi essenziali – trasporti o rifiuti – viaggiano in tempo reale in rete, mettono a nudo la precarietà delle nostre infrastrutture. Soprattutto se comparate con quelle dei vicini europei. Di fronte a tutto questo lo sciopero appare una forma di protesta anacronistica e un boomerang per le categorie che l’hanno promossa.
Roberto Alesse, presidente della Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici, l’ha riconosciuto nella sua relazione annuale: gli utenti si trasformano spesso in «ostaggi collocati sulla linea di tiro degli agenti dello scontro sociale». Servirebbero prevenzione e mediazione, e invece – complice la crisi – le agitazioni si moltiplicano: nel 2014 gli stop del trasporto aereo sono aumentati del 10 per cento, quelli della ferrovia addirittura del 30. Aumenta il disagio, e anche la sua percezione. «Vent’anni fa si viaggiava assai meno e in modo programmato», commenta Guido Scorza, giurista, docente di diritto delle nuove tecnologie e presidente dell’Istituto per le politiche dell’innovazione. «Oggi siamo sul filo dei minuti, e uno sciopero fa deragliare la giornata. La nostra richiesta di diritti ha uno standard molto più alto, pensiamo al telefono. Due giorni di stop un tempo sarebbero stati accettabili, oggi mezza giornata senza rete ci taglia fuori dal mondo».
Le nostre aspettative di consumatori sono cresciute anche perché l’aumento della mobilità consente un confronto con il livello dei servizi delle altre città europee, e ci porta ad ampliare la fascia dei servizi che riteniamo fondamentali. Ad esempio, come riconosce lo stesso Alesse, anche la fruizione dei beni artistici – per pensare solo a Pompei – andrebbe ricondotta all’idea di servizio pubblico essenziale. Le attese di una maggiore efficienza si scontrano però con una precarietà del sistema che è cresciuta. «Gli interventi di manutenzione sono in calo», spiega Marco Pierani di Altroconsumo. «C’è anche una scarsa produttività legata a un basso utilizzo delle tecnologie. Il digitale potrebbe liberare risorse da riutilizzare per migliorare il servizio. Ma, invece di monitorare i social network per recepire le critiche, le aziende buttano soldi per commissionare ad agenzie esterne il controllo della qualità. La gestione dei rifiuti e i trasporti intanto peggiorano». Altroconsumo ha promosso la più grande class action in Italia, per i disservizi di Trenord di due anni fa. «Abbiamo raccolto 6.130 abbonati e la causa è stata ammessa», spiega Pierani.
Certo, il tribunale può servire per alcuni casi specifici, come pure può essere utile prevedere un’estensione delle fasce orarie e stagionali in cui i servizi vanno comunque garantiti. O ancora, come richiesto da Alesse, le norme possono essere inasprite con specifiche «sanzioni per singoli lavoratori che si astengano in modo illegittimo dal lavoro». Vedi i vigili urbani di Roma a Capodanno o le improvvise epidemie tra i piloti nei periodi di vacanze. Ma più di tutto ciò, più ancora della concertazione, servirebbe una consapevolezza diversa anche da parte dei sindacati. Ricorda Pierani: «Qualche tempo fa a Bruxelles, in occasione di uno sciopero ferroviario, in piazza c’era un corteo per informare i cittadini sulla protesta, ma il servizio era regolare». Per far marciare a singhiozzo i trasporti della capitale, invece, oggi è servita l’ennesima precettazione. A nessuno era venuto in mente che un altro sciopero sarebbe stato fuori luogo.