Carlo Bertini, La Stampa 27/7/2015, 27 luglio 2015
PORTABORSE
Giorni fa hanno chiesto un incontro con il questore della Camera Stefano Dambruoso, per lamentare una sorta di ingiustizia. Cioè di esser stati esclusi solo loro, i portaborse degli onorevoli, dalla mensa della Camera. L’associazione che ne rappresenta un centinaio, l’Aicp, sostiene che il risparmio per le casse di Montecitorio è stato ottenuto «sulla pelle dei collaboratori perché, ovviamente, il servizio è stato tolto solo a noi». Ma alla vigilia del voto sul bilancio della Camera, attendono di esser ricevuti dalla Boldrini per sollecitare l’ufficio di Presidenza sul tema più spinoso: «Lavoriamo per i legislatori di questo Paese, eppure non vi è alcun tipo di modello contrattuale al quale il parlamentare possa fare riferimento per disciplinare il rapporto di lavoro, non vi è alcuna relazione fra l’incarico ricoperto, il numero di ore lavorate e la retribuzione, e infine non vi è alcuna chiarezza sul dovere di versamento di tasse, contributi, né alcun elemento di trasparenza». Infatti, nonostante le assicurazioni di svariati deputati e graduati che sembrano aver preso a cuore la questione, anche quest’anno non vi è stata finora un’azione mirata a regolarizzare una giungla retributiva dei collaboratori parlamentari come avviene nei paesi europei.