la Repubblica, 27 luglio 2015
Da vicepresidente della Camera dei Lord a “lord cocaina” il passo è breve: basta un video di pochi minuti pubblicato dal sito del Sun. John Buttifant Sewel, ex sottosegretario nel governo di Tony Blair, su segnalazione di quest’ultimo nominato baronetto vent’anni or sono, è finito nella polvere: costretto a dimettersi dal suo incarico, ora potrebbe anche essere espulso dal palazzo di Westminster e messo sotto inchiesta da Scotland Yard. Il filmato lo ritrae nel suo appartamento, in compagnia di un paio di prostitute, mentre sniffa cocaina con una banconota, le strisce disposte su una scrivania o sul corpo delle due escort
Da vicepresidente della Camera dei Lord a “lord cocaina” il passo è breve: basta un video di pochi minuti pubblicato dal sito di un tabloid londinese. John Buttifant Sewel, 69 anni, ex docente universitario, ex sottosegretario nel governo di Tony Blair, su segnalazione di quest’ultimo nominato baronetto vent’anni or sono e da allora membro della camera alta del parlamento britannico, è finito sulla prima pagina del Sun e subito dopo, metaforicamente parlando, nella polvere (bianca, si potrebbe ironizzare): costretto a dimettersi dal suo incarico, ora potrebbe anche essere espulso dal palazzo di Westminster e messo sotto inchiesta da Scotland Yard. Il filmato lo ritrae nel suo appartamento a poca distanza dal Big Ben, in compagnia di un paio di prostitute, mentre sniffa cocaina con una banconota, le strisce disposte su una scrivania o sul corpo delle due escort. Come se non bastasse, lo si sente fare commenti discriminatori nei confronti delle donne («tutte puttane») e dei suoi stessi colleghi («i membri della camera dei lord sono ladri, delinquenti e bastardi, proprio della gente meravigliosa»).
Di quella camera, un tempo composta esclusivamente dall’aristocrazia e di seggi ereditari, da un paio di decenni in gran parte rappresentata da illustri personaggi nominati a vita dalla regina su proposta di Downing Street, era non solo il vicepresidente ma pure presiedeva la commissione di vigilanza sugli standard etici dei parlamentari. «Negli ultimi tempi – aveva scritto recentemente sul suo blog – abbiamo approvato importanti misure per proteggere la reputazione della camera dei Lord e punire le violazioni del codice di condotta da parte dei suoi membri».
Sarebbe difficile trovare, anche in un parlamento che ha abituato l’opinione pubblica del Regno Unito agli scandali, una contraddizione più plateale fra ciò che si predica e ciò che si fa. «Queste rivelazioni sono scioccanti e inaccettabili», commenta la baronessa Frances Gertrude Claire D’Souza, speaker, ovvero presidente, della camera dei lord: «La questione sarà esaminata dalla commissione vigilanza e l’abbiamo segnalata alla polizia».
Ribattezzato dal Sun “lord cocaina”, Lord Sewell si è immediatamente dimesso sia da vicepresidente che da presidente della commissione di vigilanza che ora indagherà sul suo comportamento: potrebbe perdere anche il seggio di lord e venire incriminato, una volta che le forze dell’ordine avranno accertato come si è procurato la droga.
Sposato con una docente dell’università di Durham, padre di due figli, la sua carriera politica appare finita. Secondo il tabloid londinese aveva pagato le prostitute 200 sterline a testa (circa 270 euro), le aveva inoltre portate a cena al ristorante del parlamento e aveva preso con loro un nuovo appuntamento per settembre. È possibile che le due escort, dopo averlo segretamente filmato, abbiano guadagnato molto di più vendendo il video compromettente al Sun.
L’episodio è avvenuto in un appartamento di lusso a Dolphin Square, un condominio in cui Lord Sewell pagava un affitto “politico” molto più basso del prezzo di mercato e già sotto inchiesta da parte della polizia per lo scandalo della pedofilia tra i politici: almeno in questo “lord cocaina” non era coinvolto. Ex rettore dell’università di Aberdeen, John Buttifant Sewell riceveva un salario di 84 mila sterline l’anno per il suo ruolo di presidente della commissione vigilanza.