Nicolò Schira, La Gazzetta dello Sport 27/7/2015, 27 luglio 2015
TAVANO, NUOVA SFIDA: «IO, UOMO DEL SUD, RIPARTO DA AVELLINO»
«Non mi sento finito. Ho scelto Avellino per dimostrare di essere ancora decisivo. Mi ha stimolato il fatto di poter mettermi in gioco da protagonista al Sud, dove non ho avevo mai giocato nel corso della mia carriera». Francesco Tavano desidera lasciare il segno anche in Irpinia dopo gli anni da bandiera dell’Empoli, caratterizzati da 107 reti in 282 gare in campionato che l’hanno immortalato nella storia dei toscani.
Per la prima volta un campano doc (è di Caserta) come lei sbarca al Sud…
«Sarà un’emozione speciale giocare in una piazza come Avellino. L’impatto è stato molto positivo con tutto l’ambiente. Ho trovato un gruppo compatto formato da ragazzi eccezionali e una società ben organizzata. Rispetto al Nord qui i tifosi hanno molta più passione. Al Sud l’attaccamento dei tifosi è incredibile. Ad Avellino c’è un pubblico da Serie A: la tifoseria è molto calorosa e mi ha accolto in maniera splendida. Spero di ripagare il loro affetto sul campo».
Come ha fatto l’Avellino a convincerla a lasciare Empoli?
«Il presidente Taccone e il tecnico Tesser mi hanno chiamato e fatto sentire importante. All’inizio ero indeciso per il profondo legame che mi lega a Empoli. Mi ero preso qualche giorno di riflessione per valutare la soluzione migliore per la mia famiglia. L’Avellino mi ha voluto fortemente e questo mi ha portato ad accettare».
A Empoli l’hanno celebrata ritirando la sua maglia. Che effetto le farà non vedere più la numero dieci al Castellani?
«E’ stato un gesto emozionante. L’ho saputo dai miei ex compagni che mi hanno telefonato, comunicandomi le loro intenzioni. Quando me l’hanno detto, sono rimasto senza parole. Spero che l’anno prossimo venga riassegnata la 10: tanti bambini sognano di giocare con quel numero ed è bello che qualcuno possa ereditarla».
In biancoverde che maglia indosserà?
«Ho scelto la sette. Il mio numero portafortuna è il dieci, ma è sulle spalle di un grande come Castaldo che ha fatto la storia dell’Avellino ed è giusto che lo tenga lui».
La sua celebre esultanza con linguaccia è stata brevettata proprio al Partenio nel 2008-09.
«La prima volta la feci proprio ad Avellino. Giocavo col Livorno e segnai una tripletta. E’ uno stadio che mi ha regalato tante gioie, spero di darne di nuove».
Lei è uno specialista in promozioni e i tifosi sognano in grande. La A è davvero possibile?
«Bisogna tenere i piedi per terra. La B è difficile e la squadra è cambiata molto. In B ho indossato solo le maglie di Empoli e Livorno e con loro ho vinto il campionato, chissà che non ci sia il due senza tre…».
In B stanno emergendo tanti giovani bomber: chi l’ha colpita?
«Mi piace moltissimo Giannetti, il Cagliari ha fatto un bel colpo. Occhio anche a Roberto Insigne, ha colpi importanti».
Lei ha fatto coppia con tanti grandi goleador: con chi componeva il tandem perfetto?
«Ho giocato con tanti grandi attaccanti, la coppia ideale era con Riganò. Insieme ci completavano, però con Maccarone mi sono trovato benissimo. In questi anni a Empoli abbiamo fatto una sessantina di gol a testa. Giocavamo a memoria».
Con quali aspettative torna in B?
«La classifica marcatori fa sempre piacere per un attaccante. Sinceramente mi sono tolto tante soddisfazioni, perciò vorrei ottenere un traguardo di squadra. Vincere al Sud per un campano sarebbe speciale».