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 2015  luglio 27 Lunedì calendario

VILLARI: «MACCHE’ POLTRONISTA, ALLA FINE NON SEGUIRO’ VERDINI»

«Da Verdini non ho mai avuto alcuna pressione indebita. E questo lo voglio dire con nettezza. Forse adesso Denis c’è rimasto un po’ male, magari è un po’ arrabbiato con me».
Quindi, dopo mille riunioni con Verdini, ha deciso di rimanere dentro Forza Italia?
«Sì, rimango dove sto. E poi, che c’entrano le riunioni? Dove si discute senza il sospetto che dietro ci siano delle “mercanzie”, io vado e discuto».
L’uscita di Verdini non c’entra nulla con le «mercanzie».
«Nulla di nulla».
Però, per convincerla a lasciare Forza Italia, pare che Verdini le avesse offerto di fare il capogruppo al Senato.
«Ecco. Come vede, questa è la migliore risposta a chi dice che sono un poltronista. Ha visto che c’era una possibilità di poltrona e l’ho lasciata perdere? E poi, quali poltrone avrei mai avuto? Quali?».
Anni fa, lei abbandonò il centrosinistra perché il centrodestra la fece presidente della Vigilanza Rai.
«E s’è visto quanto me l’hanno lasciata, ‘sta Vigilanza Rai…».
Riccardo Villari, senatore di Forza Italia, ex del centrosinistra, dopo lungo tentennare decide di rimanere tra i berlusconiani e non segue Verdini. Rinuncia a una poltrona da capogruppo al Senato e mantiene –— dice — le sue idee.
Quali sono le sue idee?
«Io penso che Forza Italia debba dialogare col governo sulle riforme».
Questa è la linea di Verdini. Non le conveniva seguirlo?
«No, perché Verdini ha un’altra idea. Quella di staccare Renzi dalla sinistra e di confluire in un unico Partito della Nazione insieme a lui».
Addirittura.
«Io invece sono per dialogare col governo sulle riforme, rimanendo all’opposizione. Quella di aprire un discorso col governo sulle riforme doveva essere un’iniziativa parlamentare, magari d’intesa con Berlusconi. Non un nuovo partito».
Il Patto del Nazareno non le piaceva?
«Quello era essere “accucciati” sotto il governo, non collaborare. Visto che Renzi vuole fare riforme che stanno nel nostro programma, dobbiamo difendere l’impianto di quelle riforme dalle correzioni della sinistra. Non finire per votare cose che a noi non piacciono».
Cosa chiede al suo partito?
«Di dialogare col governo sulle riforme».
Lei le voterà, le riforme?
«Se Renzi dice che abbassa le tasse, mi spiega come facciamo noi di FI a votargli contro?».
Berlusconi è ostile al Patto con gli Italiani di Renzi.
«Vedremo come finirà».
E sulla riforma della Costituzione?
«C’è un discorso aperto sul ritorno al Senato elettivo, un’idea che sta tornando a essere patrimonio di tutti. Se ci sarà il Senato elettivo, il sottoscritto voterà sì. E la stessa cosa vale anche per un’eventuale riforma dell’Italicum, che cancellerebbe il premio di lista per tornare al premio alla coalizione».
Lei non va con Verdini ma dialoga col governo. Che posizione è?
«Io faccio politica. E sono uno di popolo, mica un elitario. Le cose, in politica, spesso cambiano da sotto. Come sulla nave. Chi sta nel salone di prima classe non sa che cosa succede nella sentina. Eppure nella sentina si determina quello che succede nel salone di prima classe. Ecco, diciamo che io frequento la sentina».