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 2015  luglio 27 Lunedì calendario

La Ferrari di Sebastian Vettel torna a vincere a Budapest, ma è oscurata dalla tv. Nessuna ripresa, dopo lo scatto al via. La regia internazionale di Bernie Ecclestone, che coordina tutte le gare di F.1, decide di non inquadrare le vetture di Vettel e Raikkonen. Per un disaccordo con la casa di Maranello. Proprio come nella vecchia Urss di Stalin

Se non mi piaci ti cancello. Ti tolgo l’immagine in diretta. Niente Ferrari in testa nei primi 20-25 giri nel Gp d’Ungheria. Oscurata la Rossa vincente. Nessuna ripresa, dopo lo scatto al via. Nessun rispetto per i telespettatori e per una verità sportiva che viene amputata. La Fom (Formula One Management), la regia internazionale di Bernie Ecclestone che coordina tutte le gare del circus, decide di non inquadrare le Ferrari di Vettel e di Raikkonen. Per un disaccordo con la casa di Maranello. Siete in testa? E io vi censuro. Posso visto che la F1 è mia. Proprio come nella vecchia Urss di Stalin dove dalle foto di gruppo sparivano le facce dei dissidenti: via Trotsky, via Kamenev. Era un photoshop primordiale. Questa mossa di Ecclestone invece è altamente tecnologica perché la regia e le riprese della F1 sono in genere quanto di più moderno ci sia al mondo. Ma a che ti servono mezzi raffinati, camera car, se sei un dittatore che dà sforbiciate alle macchine giudicate nemiche? E questa sarebbe lealtà sportiva nel giorno in cui i piloti commemorano Jules Bianchi, il collega morto dopo nove mesi di coma?
Ecclestone è il re della Formula Uno. Decide lui tutto. Anche che tipo di regia deve avere la corsa. E chi va punito. Ma lo sport ha altre regole e soprattutto la sua visibilità non può essere un capriccio a tempo. Se chi produce lo spettacolo è anche quello che lo manda in onda, senza nessun altro filtro o controllo, vuol dire che c’è un Grande Fratello che oscura il diritto democratico all’informazione. Non perché la Ferrari è italiana, ma perché una gara è fatta anche e soprattutto da chi è in testa e la curva più pericolosa è quella della censura. Ci sono black- out tecnici, dovuti a forza maggiore, ma eliminare l’immagine dei rivali è un sopruso che va anche contro regole commerciali. Anche perché la Lega calcio guarda proprio all’esempio della Fom e vorrebbe copiare la stessa forma. In modo da essere lei a fornire le immagini del campionato. Con una sua regia centralizzata. Al posto della lottizzazione attuale (Sky, Mediaset e autonomi). Ma chi garantirà l’indipendenza delle riprese? Essere liberi da condizionamenti dovrebbe essere una regola dello sport. Anche il Cio gestisce da poco le immagini dei Giochi Olimpici ma delegando a una società (Obs), di cui ha il 51%, e di cui paga il servizio. E lo stesso Primo Nebiolo, ex presidente della Iaaf, negli anni Novanta nell’atletica vietò le riprese (zoomate e ralenti) sui piedi di chi marciava, perché era evidente che spesso correvano, e questo metteva in imbarazzo i giudici che non potevano avere lo stesso occhio tecnologico. Vettel può storpiare il suo italiano: «Grazie regazzi». Ma la F1 non può rendere invisibile i suoi giri trionfali.