
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Secondo exit poll e proiezioni di ieri sera, Angela Merkel continuerà a fare la Cancelliera (o Kanzlerin) della Germania, governando però non più con i socialdemocratici, ma con i liberali. quella che si chiama una «svolta a destra» anche se la Merkel ha promesso, in una delle sue prime dichiarazioni, che continuerà a essere il primo ministro di tutti i tedeschi.
• Cominciamo con il risultato elettorale.
Per quello che se ne sa fino a questo momento, sia il partito di Angela Merkel, cioè i democristiani della Cdu alleati con i democristiani bavaresi della Csu, che il partito socialdemocratico, in sigla Spd, hanno perso voti. Solo che i democristiani sono andati indietro, rispetto al voto del 2005, di uno-due punti. I socialdemocratici di dieci o forse undici. Il capo della Spd, Frank-Walter Steinmeier, nella prima dichiarazione ha riconosciuto la sconfitta e ammesso che ieri è stata, per lui e per il partito, una giornata amarissima. Dal 1946 a oggi i socialdemocratici non erano mai scesi così in basso. La Merkel invece era tutta euforica, anche se l’arretramento di uno-due punti le sarà rinfacciato dal partito, nel quale ha un’opposizione piuttosto coriacea. un primo fatto significativo comunque che le due formazioni protagoniste della Grosse Koalition e che governano insieme il Paese dal 2005 siano state penalizzate dagli elettori.
• Allora chi ha vinto?
Nel Parlamento tedesco siedono altri tre partiti: i liberali (Fpd), i Verdi e la Linke, cioè la sinistra estrema. Hanno guadagnato tutti e tre. I liberali sarebbero al 14,6% (nel 2005 stavano al 9,8), i Verdi al 10,2 (nel 2005 all’8,1), la Linke al 12,9 (nel 2005 all’8,7).
• Ho fatto il conto: in percentuale, il 50% ce l’ha solo un’altra alleanza tra socialdemocratici e democristiani.
Dalle dichiarazioni fatte ieri sera sia dalla Merkel che da Steinmeier, la escluderei. La Merkel ha subito annunciato il governo con i liberali, nel quale il capo di quel partito, Guido Westerwelle, sarà vicecancelliere e ministro degli Esteri. E Steinmeier ha detto che lui farà un’opposizione dura. Anche se democristiani e liberali in percentuale stanno intorno al 48%, dovrebbero avere 320 seggi su un totale di 616. Agli altri tre resterebbero 296 seggi. Non è una maggioranza schiacciante, d’accordo.
• Come mai i socialdemocratici non hanno neanche fatto il tentativo di allearsi nuovamente con la Merkel? Dalla campagna elettorale avevo capito che puntavano a una nuova Grande Coalizione.
Sì, perché era l’unica via per andare al governo. La Linke, cioè la formazione d’estrema sinistra, è guidata da Oskar Lafontaine, che uscì dalla Spd dieci anni fa e ha fatto un’opposizione molto dura sia al governo del socialdemocratico Schröder che a quello della Merkel. Il risultato è che già quattro anni fa i socialdemocratici dichiararono che non avrebbero mai formato un esecutivo con la Linke. Dunque, per governare, non avevano che la coalizione con Angela.
• Problemi del nuovo esecutivo?
La crisi economica sovrasta tutto e la Merkel l’ha subito detto nella dichiarazione di ieri sera. Del resto, uno degli slogan della campagna cristiano- democratica è stato Klug aus der Krise (Con intelligenza fuori dalla crisi). I termini immediati di questa crisi sono la disoccupazione (5 milioni di senza lavoro nel 2010), il deficit (80-100 miliardi di euro quest’anno), un debito di 2540 miliardi, terzo al mondo dopo quello di Usa e Giappone e uguale all’87% del Pil. L’economia tedesca si basa sulle esportazioni, ma la crisi mondiale le ha fatte calare del 40%. Se nessuno ti compra più all’estero, dovresti cercare di vendere all’interno, cioè bisognerebbe che le imprese tedesche riuscissero a vendere i loro prodotti agli stessi tedeschi. Senonché i tedeschi sono dei formidabili risparmiatori, che i soldi se li tengono in casa. Per darle un’idea, tre famiglie su quattro, pur avendo uno dei redditi più alti al mondo, vanno a fare la spesa da Aldi, l’hard discount con i prezzi più economici del Paese. Come potrebbe, il nuovo governo di democristiani e liberali, indurre i tedeschi a comprare un po’ di più? Forse abbassando le tasse? Altro problema: l’invecchiamento, che ridurrà la popolazione dagli attuali 82 milioni ai 70 del 2050. C’è poi la faccenda delle banche regionali, inguaiatissime dopo il crack Lehman Brothers. La Merkel ha messo sul tavolo 480 miliardi per garantire i depositi. Specialmente noi, che abbiamo nella Germania il primo partner commerciale, auguriamoci che non debba mai toccarli. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 28/9/2009]